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Quando i film sono meglio dei libri da cui sono tratti

Da "Forrest Gump" a “Il diavolo veste Prada”, sette esempi di pellicole riuscite meglio dei romanzi da cui sono stati ispirati.

È meglio il libro o il film? Quanti di noi, magari durante una cena tra amici, si sono posti questa domanda almeno una volta. Accade di solito quando un’opera letteraria è stata messa su pellicola da poco e qualcuno ha avuto la fortuna di vederla al cinema, ma non solo. Ed è sempre e soltanto questione di punti di vista, con bibliofili e cinefili a rivendicare le proprie ragioni.

Esiste un metodo oggettivo per stabilire se il film sia meglio del libro dal quale è stato tratto? Cinema e carta stampata vivono un conflitto perenne, inoltre capita che non sempre i registi seguano alla lettera le indicazioni degli autori. Ci sono però senza dubbio alcune pellicole che sono riuscite a trasportare in maniera più efficace l’opera originale.

Negli ultimi lustri è impossibile non citare “Il diavolo veste Prada”, rivisitazione di David Frankel del libro di Lauren Weisberger. La sceneggiatrice Aline Brosh McKenna è riuscita ad aggiungere complessità ai personaggi, aiutata anche dalle magistrali interpretazioni di Meryl Streep (nei panni di Rimanda Priestly) e di una giovane Anne Hathaway nei panni dell’assistente alle prime armi Andy Sachs.

Nello stesso anno (2006) Christopher Nolan ha girato “The Prestige” dal soggetto del romanzo scritto undici anni prima da Christopher Priest. Anche qui è la caratura dell’attore scelto, quel Christian Bale che aveva già lavorato con Nolan in “Batman Begins” e in “Il Cavaliere Oscuro” a permettere all’allievo (nella fattispecie il film) di superare il maestro.

Andato a ritroso negli anni ci si imbatte in un film che nessun Millennials si è lasciato sfuggire. Si tratta di "Jumanji", la cui sceneggiatura è stata curata da Greg Taylor, Jonathan Hensleigh e Jim Strain e la regia affidata a Joe Jonston. Riprendendo un libro illustrato per bambini scritto nel 1981 da Chris Van Allsburg, Jonston ha riprodotto sul grande schermo un tormentone iconico per un’intera generazione.

Il 1994 è stato invece l’anno della trasposizione su pellicola di due romanzi degli anni 80. “Rita Hayworth and Shawshank Redemption”, scritto da Stephen King nel 1982, è diventato “Le ali della libertà”, la cui regia e sceneggiatura sono state affidate a Frank Darabont. Mai come in questo caso c’è davvero poco da aggiungere. Le interpretazioni di Morgan Freeman (Red) e Tim Robbins (Andy), due carcerati che non si arrendono al destino, hanno reso questo film americano uno dei più famosi al mondo e sono valse ben sette candidature ai Premi Oscar dell’anno successivo.

Non è andata certo peggio a "Forrest Gump", che di statuette se ne è portate a casa sei. Diretto da Robert Zemeckis e interpretato da un Tom Hanks che stava vivendo i suoi anni di grazia davanti alla cinepresa, riprendeva il soggetto dell’omonimo libro scritto da Winston Groom nel 1986. Diverse sono le battute diventate iconiche grazie alla strepitosa capacità di Hanks di oscillare tra la leggerezza della commedia e la profondità del dramma nel narrare le vicende di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma.

Gli anni 90 si erano invece aperti con "Il Silenzio degli Innocenti" di Jonathan Demme, che riprendeva il libro scritto tre anni prima da Thomas Harris. Accolto trionfalmente dalla critica e capace di conquistare cinque Oscar (tra cui quello alla sceneggiatura a Ted Tally), rappresenta ancora oggi uno dei thriller meglio riusciti nella storia del cinema. Il merito è anche dei due protagonisti – entrambi insigniti dell’ambita statuetta – Jodie Foster nei panni di Clarice Starling e Anthony Hopkins in quelli del serial killer Hannibal Lecter.

Per l’ultima menzione speciale si va invece indietro di oltre mezzo secolo. Nel 1967 Mike Nichols portava sullo schermo un giovane Dustin Hoffman e la seducente Anne Bancroft nella riproposizione de “Il Laureato” scritto da Charles Webb quattro anni prima. Film scandalo all’epoca, a causa del rapporto immorale tra un giovane e una donna di mezza età (l’ormai celeberrima Mrs. Robinson), vede la trama svoltare quando Ben si innamora della figlia dell’amante. A proiettare la pellicola nell’olimpo della cinematografia è anche la colonna sonora curata da Simon & Garfunkel, con la storia che si chiude sulle note di “The sound of silence”.

(Foto: Getty Images)

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