Cos'è lo tsundoku e perché è segno di benessere mentale
Ogni anno sono innumerevoli i libri che i forti lettori comprano, con la speranza di poterli leggere. Invece, mese dopo mese, alimentano un meccanismo che in Giappone chiamano 'tsundoku': l'accumulo di libri.
Ebbene, quella pila può essere un mattone del nostro benessere mentale, a testimonianza di quanto vogliamo scoprire sul mondo. Con la sua collezione di oltre 30mila titoli, donati poi allo Stato, Umberto Eco è stato uno dei primi privati della modernità ad aver avuto una biblioteca immensa. E piena di libri non letti. Alcuni suoi studenti chiedevano se li avesse letti tutti, altri avevano intuito che quella mole fosse innanzitutto un archivio di conoscenza. L'aneddoto di Eco introduce la descrizione di una libreria trovata nel romanzo "I viaggi di Gulliver", dove i libri del re sono fonte troppo limitata per capire il mondo esterno. Da qui, il concetto di 'anti-biblioteca' definito per la prima volta dall'autore Nicholas Nassim Taleb. Accostata al termine 'tsundoku', l'anti-biblioteca è tutt'altro che un accumulo fine a se stesso, ma la dimostrazione che esiste un mondo di cose che ancora non sappiamo, ma vogliamo sapere.
(Foto Getty Images)