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Nostalgia da stretta di mano: ma come è nato questo gesto tanto familiare?

Bisogna evitare ogni contatto fisico e la stretta di mano per ora è assoluto tabù. Ma come è nato questo modo di salutare?

La diffusione del Coronavirus sta cambiando le nostre abitudini: per evitare il contagio, ad esempio, in questo periodo è vietato baciarsi, abbracciarsi e anche stringersi la mano, un gesto che tutti noi compiamo quotidianamente per presentarci o salutarci. Chissà se quando questa emergenza sarà finita la stretta di mano tornerà a essere un segno di saluto e di intesa; sarebbe davvero strano se scomparisse dagli usi e dai costumi, considerando che ha una storia antichissima.

Le sue origini, infatti, risalgono a quasi tremila anni fa: come riporta il National Geographic, una delle primissime raffigurazioni di una stretta di mano risale al IX secolo a.C., è un altorilievo che raffigura un re assiro e un comandante babilonese. Nella Grecia antica, inoltre, troviamo tantissimi riferimenti a questo gesto, da Omero fino all’arte funeraria.

La stretta di mano nella storia ha sempre rappresentato un segno di fiducia e di intesa, oltre che un segnale di saluto: in alcuni contesti simboleggiava anche la natura divina di un personaggio, quando quest’ultimo era in grado di stringere la mano degli dei e dunque di ergersi quasi a loro pari; in altri contesti rappresentava l’estremo saluto tra i parenti e il suo defunto, oppure l’introduzione del defunto ad altre persone decedute prima di lui.

Paradossalmente, però, in origine stringersi la mano indicava diffidenza: “dexiosis” in greco antico significava “darsi la mano destra” e nell’antichità la mano destra era quella con la quale si impugnavano le armi. Ecco perché porgere la mano destra al proprio interlocutore serviva a dimostrare di non avere cattive intenzioni: in molti casi ci si stringeva anche l’avambraccio, così da essere certi che la persona di fronte non nascondesse un pugnale nella manica. Secondo alcuni questo è anche il motivo per il quale quando ci si stringe la mano si muove il braccio su e giù, altro stratagemma per essere certi che nessuno nasconda armi nella manica.

Dalla Grecia l’usanza di stringersi la mano si diffuse poi a Roma, dove iniziò a indicare rispetto e alleanza tra le persone, come ad esempio tra politici, religiosi o soldati. Nel Medioevo questa tradizione continuò e paradossalmente durante la peste non fu vietato, mentre si vietarono i baci; nel XVII secolo furono soprattutto alcuni movimenti religiosi a utilizzarlo, in particolare quello dei quaccheri che lo ritenevano un gesto più egualitario del levarsi il cappello. Nel Cristianesimo, ancora oggi, la stretta di mano è il “segno della pace” che ci si scambia prima dell’eucarestia.

Nel XVIII secolo la stretta di mano iniziò a essere codificata da chi si occupava di galateo e uscirono le prime guide su come stringere la mano con eleganza, senza esagerare. Di lì in poi, la stretta di mano è giunta fino a noi e, se per noi è un normale gesto di saluto e di intesa, per i politici ad esempio è di fondamentale importanza per stringere alleanze e mostrarsi sicuri di sé.

Negli ultimi anni, in realtà, ancor prima del Covid-19, qualcuno ha già espresso alcune perplessità circa la stretta di mano, in quanto sarebbe comunque poco igienica, visto che sulle nostre mani viaggiano centinaia di batteri e non sempre è possibile lavarsele frequentemente quando si è in giro. In alternativa, oggi si propone il saluto gomito contro gomito ma anche questo adesso è pericoloso, perché costringerebbe ad avvicinarsi troppo all’altra persona, toccandola, tra l’altro, molto vicino al punto dove è stato consigliato starnutire per non diffondere germi. Nel momento presente, insomma, bisogna evitare assolutamente le strette di mano e i contatti diretti con le altre persone: per ora, forse, per salutarsi può bastare un “ciao” accompagnato da un sorriso, sperando di poter tornare presto a stringerci le mani.

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