Oggi alle 23.00 Joshua Redman è ospite di Monte Carlo Nights per presentare a Nick The Nightfly il suo nuovo album “Where Are We” su etichetta Blue Note.
Si tratta del suo primo album vocale grazie all’apporto della giovane cantante Gabrielle Cavassa insieme a una fantastica band composta dal pianista Aaron Parks, dal bassista Joe Sanders e dal batterista Brian Blade.
Per Redman “il concetto alla base di ‘Where Are We’ è piuttosto semplice: ognuna delle canzoni dell’album in un qualche modo fa riferimento a una località (città, stato, regione…) degli Stati Uniti: ‘Streets of Philadelphia’ di Bruce Springsteen, ‘Going To Chicago’ di Count Basie, ‘Manhattan’ di Rodgers & Hart, ‘Alabama’ di John Coltrane, e così via… Quindi, da un certo punto di vista, questo è un album sugli Stati Uniti – una celebrazione, così come anche una critica. Ma è anche, a vari livelli, un album di ballad, di standard, un album romantico, un album di riflessione sulla società, un album ricco di invenzione melodica, un album con senso dell’avventura legata all’improvvisazione, un album di incontri musicali, e forse – in una qualche maniera – un album-tributo.”
Per allargare la visuale, Redman ha invitato quattro amici a contribuire ai ritratti delle loro città natali: i chitarristi Kurt Rosenwinkel (“Streets of Philadelphia”) e Peter Bernstein (“Manhattan”), il trombettista Nicholas Payton (“Do You Know What It Means to Miss New Orleans?”) e Ross (“Chicago Blues”).
“La magia di questo particolare connubio fra musicisti”, continua Redman, “era che siamo stati in grado di trovarci partendo da esperienze diverse, di convergere (sia fisicamente che dal punto di vista creativo) in un luogo e in momento particolari. E di condividere, con la massima apertura mentale e senza riserve, l’obiettivo di ‘servire le canzoni’. In questo senso, ‘Where Are We’ forse è soprattutto una meditazione sul potere esercitato da un luogo – la bellezza che l’uomo può creare nel trovarsi in uno spazio fisico condiviso con gli altri. E quindi sulla perdita, l’alienazione e l’angoscia sofferte quando ci troviamo isolati, separati in modo innaturale e ingiusto.”

