Loading

Face4Job

Agroalimentare, il futuro occupazionale dell'Italia

Obiettivo è portare export da 36 a 50 miliardi con 70mila nuovi posti di lavoro

Oggi a Palazzo Chigi abbiamo firmato il protocollo d’intesa fra Ministero delle politiche agricole e Intesa Sanpaolo. Nei prossimi 3 anni verranno stanziati 6 miliardi di credito dedicati all’agroalimentare. Risorse che permetteranno nei prossimi anni 10 miliardi investimenti e creeranno, si stima, 70 mila posti di lavoro”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi alla presentazione di un protocollo tra ministero dell’Agricoltura e banca Intesa San Paolo per il credito all’agroalimentare. “Si può tornare a creare posti di lavoro in agricoltura: sono 20 mila i posti in più nei primi sei mesi del 2015, ancora poco rispetto a quel che possiamo fare“. “Chiedo a tutti gli operatori del settore di non mollare un minuto“, ha affermato Renzi. “Nel mondo così complesso c’è un disperato bisogno d’Italia e l’Italia c’è, con i suoi valori ma anche con un settore chiaro come l’agroalimentare“, che vede ad esempio gli Stati Uniti come “Paese emergente” per export italiano. Il governo sosterrà questo sforzo anche con una missione di sistema a marzo, ha sottolineato, ma le aziende “devono fare più sistema”.

Più in generale, ha affermato Renzi, “il messaggio simbolico è che l’Italia c’è, l’agricoltura e l’agroalimentare non sono il passato di questo Paese, ma la pagina più bella che è ancora da scrivere e che scriveremo. E questa è una eredità di Expo che può stare in piedi solo se accanto all’impegno delle donne e degli uomini che fanno impresa e lavoro sul territorio c’è un sistema del credito che funziona“.

Inoltre, l'agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge però un effetto traino unico sull'intera economia per l'impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata sempre in occasione della firma del protocollo d'intesa.

Nei confini nazionali è inoltre tornata la dieta mediterranea con un aumento che va dal 4% negli acquisti di frutta al 17% per quelli di olio di oliva ma cresce anche la spesa anche per il pesce (+5%), per gli ortaggi freschi e per la pasta secca (+1%), in netta controtendenza rispetto agli anni della crisi dove si era registrato un drastico crollo. I consumi alimentari degli italiani nel 2015 dopo sette anni di calo - conclude la Coldiretti - tornano a salire debolmente dello 0,3% ma con un deciso orientamento a privilegiare cibi salutari per una maggiore consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere, secondo elaborazioni su base dei dati Ismea relativi ai primi nove mesi del 2015.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.