Quando il principe Harry lavorava in un ranch australiano
Tre mesi di vita normale per chi, per nascita, ha sempre frequentato luoghi esclusivi, sottoposto a rigidi regolamenti.
"AAA cercasi stockman per 212 dollari a settimana, un lavoro da reale!".
Potrebbe essere questo un ipotetico annuncio di lavoro a Sydney, Perth, Bristol o Melbourne. Perché gli stockman sono i cowboy australiani. Mandriani, gente che lavora con le mandrie nelle fattorie dell'outback di quell'immenso paese.
Ok, direte voi, ma perché nell'ipotetico annuncio c'è pure quella parola, "reale". Perché nel 2003 a fare lo stockman ci è andato pure Harry, il figlio del principe Carlo d'Inghilterra. Al tempo il giovane rampollo aveva solo 19 anni, Meghan Markle era ancora da venire, così come gran parte dei suoi guai con l'ingombrante famiglia. Per tre mesi ha lavorato in un ranch di Tooloombilla, nel Queensland, percependo quella paga da 212 dollari (australiani, ovviamente) a settimana. Come un mandriano qualunque.
E cosa faceva? Si occupava delle mandrie di bovini, soprattutto, ma riparava pure recinzioni e si dava da fare con le innumerevoli attività che ruotano attorno a una simile realtà.
Tre mesi di vita normale per uno che per nascita ha sempre frequentato luoghi esclusivi, sottoposto a rigidi regolamenti.
E come dice uno dei suo vecchi ex colleghi "veniva trattato proprio come chiunque altro, non ci importava chi fosse. Volevamo solo bere una birra con lui".