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Yoga: è boom di corsi e appassionati. Ma rende davvero una persona migliore?

Sempre più persone si avvicinano a questa disciplina. Ma quando se ne diventa fanatici lo Yoga diventa una moda... E un lusso.

Tappetini, esercizi rilassanti che ti mettono in contatto con il mondo e con te stesso, accostamenti a discipline alternative e salutari, vita “moderata” in stile olistico ed ecco che ci si ritrova catapultati in un mondo intero: quello dello Yoga. Ha le sue filosofie, i suoi movimenti e i suoi perché.

Lo Yoga è in netta espansione e basta fare una piccola ricerca su internet per scoprire che questa disciplina tanto rigorosa quanto pura ha ceduto alle declinazioni più di tendenza (il Bikram yoga, l’Hatha Yoga, il Vinyasa Flow Yoga), divenendo esso stesso un trend del momento. Secondo un rapporto del Yoga Journal del 2016, ben 36,7 milioni di persone praticano lo yoga negli Stati Uniti, con un incremento di circa l’80% rispetto al 2012, quando si contavano 20,4 milioni di iscritti. Un dato, questo, che si riflette anche in termini economici ovviamente. Il business dello Yoga, solo negli Stati Uniti, vale 16 miliardi di dollari e ben 80 miliardi a livello mondiale.

Questa disciplina porta benessere psicofisico sì, ma d’altro canto necessita di benessere economico per potervi accedere: i costi dei corsi sono altissimi, così come lo sono tutti gli altri accessori e abitudini ad esso correlati. I veri fanatici dello Yoga infatti lo "trasformano" da disciplina da praticare una volta a settimana in un vero e proprio stile di vita. Così c’è chi si ritrova risucchiato in un mondo che dei principi basilari dello yoga originario ha ben poco: persino gli abiti da indossare quotidianamente sono in stile yogi, top e cappuccio e flip-flop. Per non parlare dei costi sostenuti di bevande ed intrugli “benefici” di tendenza tra gli appassionati.

E in Italia? In Italia ci sono circa 2mila scuole di yoga, il doppio rispetto a dieci anni fa, mentre a frequentare i corsi sono circa 3 mila milioni di persone.  Solo a Milano, sempre nell’arco di dieci anni, si è passati da 500 seguaci a ben 6 mila. dodici volte di più. Questo altro non è che il riflesso della necessità di uscire dai ritmi frenetici della vita quotidiana. Allo stesso tempo, però, i dati sono tutt’altro che confortanti: come spiegato da Massimo Bustreo, docente di psicologia dei consumi allo Iulm di Milano, ”l'industria della felicità è un trend in crescita esponenziale, non c'è dubbio, ma siamo anche fra i paesi che consumano più Prozac in Europa. È il segno che non stiamo tanto bene e che la strada della felicità è ancora in salita. Certo meglio desiderare un corso di yoga o uno motivazionale al posto di un orologio o di un telefonino, ma quello che voglio dire è che sempre di desideri e di acquisti stiamo parlando”

Siamo sicuri che questo ci renda persone migliori?

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