L'ora giusta per bere l'ultimo caffè e non soffrire d'insonnia è questa!
Esiste un momento particolare della giornata dopo il quale è bene non bere più caffè, se si vuol riposare bene la notte
Il caffè è una bevanda molto amata in tutto il mondo. Lo sappiamo bene noi italiani, che non possiamo fare a meno di berlo. In molti sanno quali sono le proprietà di questo liquido nero, come sanno che può creare problemi al sonno. Bere il caffè troppo tardi può portare a episodi di insonnia: fino a che ora, quindi, è consigliato assumerlo per non restare tutta la notte con gli occhi spalancati?
Prima di tutti bisogna dire che il caffè è metabolizzato diversamente da persona a persone. Alcuni riescono a dormire facilmente anche se lo prendono la sera, altri invece proprio no. La caffeina è un eccitante e bisogna fare molta attenzione se vogliamo dormire sonni tranquilli.
Il caffè inibisce l'adenosina, responsabile del sonno. Questa si attiverebbe, però, solo 20 minuti aver bevuto una tazzina. Una ricerca della Loughborough University ha evidenziato che se un soggetto riesce a addormentarsi in quei 20 minuti, al mattino è riposato ed energico.
Secondo il dottor Andrew Rochford, sarebbe meglio smettere di assumere la bevanda eccitante dalle ore 14 del pomeriggio: in questo modo, si riesce a controllare il suo potere. Il consiglio è sempre uno: non abusare. Gli esperti raccomandano di prendere al massino 3 tazzine al giorno. Al mattino, inoltre, è sempre meglio assumerlo insieme a una ricca colazione: da solo potrebbe causare problemi alla salute.
Come in tutte le cose, il caffè ha i suoi lati positivi e quelli negativi. Da parte, è un ottimo energizzante, aiuta a contrastare la stanchezza e attiva il metabolismo. Contiene vitamine e sali minerali, riduce il rischio di diabete, Alzheimer e Parkinson, previene malattie neurodegenerative. Dall'altra parte, potrebbe favorire l'insorgenza di tachicardia, insonnia, ansia, nervosismo e attacchi di panico. Crea rigidità arteriosa ed emicrania.
E cosa succede se beviamo quello decaffeinato? Su questo punto i pareri sono alquanto controversi. Seppur in quantità minori, anche il caffè "senza caffeina" un po' la contiene. Non è possibile, infatti, estrarla del tutto. Chi soffre di problemi cardiovascolari, insomma, non dovrebbe assumere neanche la bevanda decaffeinata. C'è poi un'altra questione, ben più grave della perdita del sonno. Il processo di riduzione della caffeina non farebbe bene alla salute: vengono usati dei composti chimici cancerogeni.
Non tutti, però, sono di questo parere. Le parole del professor Enzo Spisni in merito sono chiare: "Il caffè decaffeinato non fa male e non si corre nessun rischio a berlo. Il metodo di decaffeinizzazione oggi più diffuso è quello dell’anidride carbonica, che è assolutamente sicuro. Tuttavia, il decaffeinato non è altro che un escamotage per assecondare le nostre abitudini e il piacere sensoriale. In questo senso, la nutrizione viene in secondo piano. Togliere la caffeina significa perdere anche le sue proprietà positive. Potremmo dire che questa sostanza è di fatto la parte migliore del caffè. Nell’uso comune, peraltro, è spesso la ragione stessa del consumo della bevanda. Privare il caffè dalla caffeina significa che della bevanda rimane soltanto il gusto. Da un punto di vista estremamente razionale, quindi, per evitare l’effetto stimolante si potrebbe anche fare a meno del caffè".
(Foto Getty Images)