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Samuele Bersani dedica un commovente omaggio a Lucio Dalla

Fu proprio il grande Lucio a fare da maestro al giovane Bersani. Che ha sempre mostrato riconoscenza e affetto per l'indimenticabile artista

Samuele Bersani non ha dimenticato Lucio dalla nel decennale della scomparsa del grande artista. Bersani ha pubblicato infatti una bellissima foto che lo ritrae da giovanissimo, alle tastiere, accanto a Lucio.

Molto toccanti anche le parole usate: "Lucio, già 10 anni senza poterti fare una telefonata. Nei momenti di mio maggior smarrimento le tue parole sapevano sempre costruire orizzonti immediati e porti di conforto in cui approdare. Mai come oggi, in questi giorni di puro terrore universale, mi avrebbero potuto essere così d’aiuto.
Manchi tanto davvero, Amico mio"

Lucio Dalla era stato il maestro di Samuele Bersani. Quest'ultimo, giovanissimo, si era presentato a Dalla con una canzone incisa su nastro, "il mostro". Dalla apprezzò la canzone e anzi lo fece salire sul palco del suo concerto, quella sera stessa, a San Benedetto del Tronto. Bersani ha raccontato :"Qui devo precisare. In realtà io non ho mai aperto un concerto di Lucio. Era generoso anche in questo. Non ti faceva fare il supporter. Ti faceva cantare nel bel mezzo del suo concerto. Mi ricordo che mi presentava subito dopo “Caruso”, brano di grande popolarità, di fortissimo pathos. Sapeva che era il momento in cui il pubblico avrebbe avuto ancora la massima attenzione, occhi e orecchie puntati su di me".

Per Lucio, Bersani era il suo pupillo. Che ricorda ancora l'ultimo incontro con Dalla, come ha raccontato alla rivista Leggo: "Accadde a Sanremo nel 2012 per il Festival, pochi giorni prima che morisse. Io ero in gara con 'Un pallone', lui s’era ritagliato il ruolo di direttore d’orchestra per Pierdavide Carone. Una sera, mentre stavo cantando, nel buio della sala, ho intravisto un uomo, a metà platea, in piedi, appoggiato al muro del corridoio laterale, che mi fa ok col pollice alzato. Era Lucio. È l’ultima immagine che ho di lui". E anche, circa quel che gli manca di più della loro amicizia: "Il confronto, su tutto. Le sue telefonate che arrivavano a qualsiasi ora della giornata. Non amava molto i messaggi. Lui doveva parlare col suo interlocutore, da grande affabulatore qual era. Ci ho pensato in questi giorni di guerra in Ucraina. Quando qualcosa lo preoccupava partivano le telefonate agli amici. Ore e ore con la cornetta in mano... lui non vestiva mai i panni del maestro, della guida. Mi ha pure insegnato a superare ostacoli che credevo insormontabili e quando vedeva che ero lì per gettare la spugna tanto da non prestare quasi più attenzione ai suoi discorsi, beh, erano litigate epocali. Ecco, anche quelle mi mancano".

(Foto Getty Images)

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