02 Marzo 2018
Ammettiamolo, è capitato a tutti: farsi un piccolo taglietto ai polpastrelli o alle dita con la carta è una cosa da poco, vero, ma molto dolorosa. Sembra infatti che siamo stati feriti da una lama sottile e affilata, non proprio da un piccolo pezzetto di carta, tra l’altro praticamente inconsistente.
Perché è così doloroso? A dare una risposta esaustiva ci pensa la scienza: secondo Hayley Goldbach, dermatologo dell’Università della California di Los Angeles, tagliarsi con la carta è particolarmente doloroso perché le nostre dita sono piene di ricettori nervosi. Quando ci procuriamo un taglietto questi reagiscono allo stimolo e creano la sensazione intensa di dolore. Pensate infatti che nelle dita abbiamo più recettori del dolore che in qualsiasi altra parte del corpo. Questi si chiamano nocicettori e hanno il compito di avvertire il nostro cervello della sensazione di pericolo. Sono infatti le mani, e in particolare le dita, la prima parte del corpo che mettiamo a contatto con qualcosa di nuovo e i nocicettori sono lì proprio per impedirci di venire a contatto con freddo o calore estremo, sostanze chimiche irritanti, etc.
Un taglietto fatto con la carta tocca proprio la superficie delle dita dove sono concentrati i nocicettori: più ne vengono coinvolti nella ferita, più la sensazione di dolore si amplifica. Inoltre la ferita superficiale non forma coaguli che bloccano la fuoriuscita di sangue, quindi non si chiude e i recettori continuano a dare impulsi di dolore al nostro cervello. La miglior cosa da fare quando ci si taglia con la carta è quella di disinfettare con acqua ossigenata e pulire il dito per bene con acqua tiepida. Provate poi a poggiare la ferita su una bustina di tè alla menta già utilizzata e raffreddata. Ottima anche la foglia di aloe, ma solo la parte interna gelatinosa, che ha proprietà cicatrizzanti.
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