04 Ottobre 2016
Due sole parole: “no one” (nessuno) che nascondono una grande sofferenza. È con queste due incisive parole che Christopher, un bambino autistico di undici anni, del New Jersey, ha completato una delle frasi del compito in classe. “Alcuni dei miei amici sono… ?” era una delle preposizioni da completare. “Nessuno” ha scritto lui.
Il compito era un test in cui il bambino doveva completare o rispondere anche ad altri quesiti: il nome della propria insegnante, il cibo, il programma tv e lo sport preferito e anche i nomi di alcuni amici, appunto. Ma Christopher non aveva alcun nome da scrivere.
Il padre, vedendo i suoi compiti e notando la risposta, ha provato una grande sofferenza, ha fotografato il test e lo ha pubblicato su Facebook, scrivendo un post allo scopo di sensibilizzare gli utenti:
“Christopher, il minore dei miei figli, è autistico. È molto intelligente e ha il senso dell'umorismo. Chiunque lo incontri ne è affascinato. Tuttavia, per attirare l'attenzione, spesso sbatte le braccia e inizia a far rumore, oppure, di tanto in tanto emette suoni gutturali. Attira molta attenzione in pubblico, e se non ci si è abituati è normale sentirsi in imbarazzo. Fa la stessa domanda cinquanta volte in poco tempo (le ultime sono 'A che ora vai a letto?' e 'Qual è il tuo indirizzo?'). Alla fine della giornata si prova compassione, empatia e comprensione. Ma soprattutto empatia".
Commuovono le parole di questo padre che butta giù nel suo lungo post le difficoltà e anche le emozioni della vita insieme al piccolo Christopher.
Il post continua: "Per quel che ne so, i compagni di classe di mio figlio non sono mai stati crudeli con lui, tranne una volta. Quello che hanno fatto, però, è stato escluderlo. E francamente, lo capisco. Prima di leggere il suo compito non sapevo che si sentisse così, perché non parla spesso dei suoi compagni. Ma quella parola, 'Nessuno', non mi ha mai ferito così tanto".
E infatti, se solo provassimo a metterci per un attimo nei panni di quest’uomo e pensassimo di leggere le stesse cose scritte da uno dei nostri figli ad esempio, non è difficile immaginare come ci sentiremmo. “Feriti” effettivamente è la parola che lo descriverebbe meglio.
Il post è anche un appello per i genitori: "Per questo per la prima volta, vi chiedo due favori: il primo è condividere questo post sulla vostra bacheca. Il secondo è parlare con i vostri bambini. Insegnategli l'empatia e mostrategli il video del giocatore di football della Florida.”
Si riferiva qui al video diffuso online che riprendeva uno sportivo il quale, vedendo un bambino autistico solo durante la mensa, si è seduto con lui.
“Il web è pieno di storie come questa che possono aiutarli a capire quanto sia bello includere tra loro i bambini che sono un po' diversi. E intendo tutti i bambini, non solo quelli diagnosticati come autistici".
Speriamo anche noi che questa storia sia l’occasione per far riflettere appunto i genitori, a cui spetta il compito di insegnare ai propri figli anche il rispetto e l’integrazione del prossimo. Perché nessuno si senta mai come Christopher.
Radio Monte Carlo sempre con te
Disponibile su
RMC ITALIA S.P.A.Via Principe Amedeo, 2 — 20121 MILANO P.I. 08745900152 Iscrizione Reg. Imprese di Milano n° 08745900152 Capitale Sociale: € 1.100.000,00 Lic. SIAE n.167/I/04-293