01 Marzo 2024
C'è tutta l'emozione che solo i libri più appassionanti riescono a regalare, nell'appuntamento di Radio Monte Carlo "Il Segnalibro".
Ogni domenica, alle 12 viaggiamo alla scoperta dei libri da non perdere. Nuovi romanzi e volumi da riscoprire. Pagine per commuoverci, ridere, imparare ed emozionarci sempre. Con le interviste agli autori più amati.
Tutto il piacere di leggere per un appuntamento imperdibile. Solo su Radio Monte Carlo.
I libri di domenica 3 marzo:
Alessandra Carati, Rosy, Mondadori
Parafrasando Carrère, uno scrittore è legittimato solo dal suo desiderio. Da qui – da un desiderio, mescolato a una grande angoscia – muove la spinta di questo romanzo.
Nel primo pomeriggio dell’8 gennaio 2007, Rosa Bazzi e Olindo Romano lasciano Erba sui sedili di una volante dei Carabinieri. Pensano che gli agenti li stiano portando in salvo dai giornalisti che, dall’alba, assediano la loro casa. Ancora non lo sanno, ma in meno di un’ora si troveranno dentro il carcere di Como, dove comincerà una detenzione destinata a durare fino a oggi, in seguito a una condanna per pluriomicidio aggravato, noto come la strage di Erba.
Alessandra Carati incontra Rosa Bazzi nel febbraio del 2019, nel carcere di Bollate. Nei mesi che seguono, va a farle visita ogni settimana in lunghe sessioni che durano ore. Gli incontri cambiano, la relazione muta. “Mi sfogo con te come con il prete” le dice un giorno la Bazzi. E la travolge con il caos dei suoi discorsi, la soffoca con un’ansia che impedisce ogni dialogo; la costringe in stallo, la disorienta. L’autrice credeva che conoscerla di persona le avrebbe permesso di tenere insieme tutte le parole e le immagini che sono state prodotte, di separare i fatti dai detti; invece la vicinanza ha offuscato il quadro: Rosa Bazzi non è conforme. Si rifiuta di incarnare la vittima, perché non ne possiede i tratti: è petulante, protesta, strepita. Irriducibile, resiste sullo sfondo come un disturbo.
La chiave d’accesso diventa allora lo sguardo di chi in questi diciassette anni ha avuto con la Bazzi una relazione profonda: da quello cacofonico e assertivo dei media, a quello riservato della psicologa, degli avvocati, del cappellano del carcere, delle lettere del marito Olindo. Nasce lì un romanzo che avanza tra zone cieche, avanti e indietro nel tempo, fidandosi di ricordi incostanti, informazioni inattendibili, fatti contraddittori. Nel continuo slittamento di fuoco, affiora la rete delle relazioni di potere, di dominio e di lotta, in cui siamo abituati a funzionare e su cui si appoggiano i nostri discorsi; affiora, come in una polaroid, Rosy, e insieme a lei cosa significa vivere in perenne ostaggio di sé stessi.
Alessandra Carati vive a Milano. Ha scritto Bestie da vittoria con Danilo Di Luca (Piemme, 2016), La via perfetta con Daniele Nardi (Einaudi 2019), E poi saremo salvi (Mondadori, 2021), finalista al Premio Strega 2022.
Ali Hazelwood, Bride, Sperling & Kupfer
Misery Lark, l’unica figlia del più potente consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un’emarginata. I suoi giorni nell’anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi a un matrimonio di convenienza.
I Lupi sono spietati e imprevedibili e il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri, non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery, che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione...
Perché Misery ha i suoi motivi per accettare questa proposta, motivi che non hanno nulla a che vedere con la politica o le alleanze, e molto a che fare con l’unica cosa che le sia mai importata. Ed è disposta a tutto pur di riavere ciò che le appartiene, anche se questo significa una vita nel territorio nemico... da sola con il lupo.
Ali Hazelwood è una professoressa universitaria italiana, che ha vissuto in Germania e Giappone prima di trasferirsi negli Stati Uniti per prendere un dottorato in Neuroscienze. Ha all’attivo numerose pubblicazioni: articoli scientifici nei quali nessuno si bacia e il lieto fine non è sempre garantito. Dopo lo straordinario successo di The Love Hypothesis – Il teorema dell’amore, Love on the Brain – L’amore in testa e Love, Theoretically – La fisica dell’amore, casi editoriali internazionali grazie al passaparola su Tik-Tok, con oltre 1 milione di copie vendute in tutto il mondo e per settimane in cima alle classifiche del New York Times e del Sunday Times, è diventata un’autrice bestseller pubblicata in oltre 30 Paesi.
Francesca Mautino, Qualcuno che conoscevo, Longanesi
Una protagonista imprevedibile, madre di tre gemelline impossibili e investigatrice improvvisata, alla ricerca di una ragazza misteriosamente scomparsa dieci anni prima a Torino, città che da sempre nasconde i suoi segreti. Una donna moderna, che fatica a tenere in bilico la sua quotidianità tra famiglia lavoro e sentimenti, e in cui potranno rispecchiarsi, con leggerezza e buon umore, molte donne di oggi.
Torino, 2022. Valentina Bronti ha trentasei anni, ed è mamma di tre inquiete gemelle che ha chiamato Carlotta, Emilia e Anna come le sorelle Brontë. Al momento, Valentina non ha più un lavoro e ha preso un'aspettativa indefinita. La motivazione? È in lutto. Ma non è morto nessuno, a parte la sua storia con Marco, giornalista e padre delle due gemelle. Per sfuggire alla monotonia di una quotidianità passata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e i primi sintomi di Sindrome da Madre Inadeguata, Valentina si appassiona a un cold case che la trascina, insieme a Marco, tra le ombre della sua città alla ricerca di una ragazza misteriosamente scomparsa molti anni prima. Tra podcast truecrime, finti profili social e bizzarri espedienti, nei panni di investigatrice, Valentina si troverà suo malgrado a dover affrontare, con ostinata vitalità, non solo i segreti di Torino,
ma anche la propria perenne sensazione di inadeguatezza.
Francesca Mautino è nata a Ivrea, si è laureata in Storia del cinema e vive a Torino con il compagno e i due figli gemelli. Già autrice televisiva, con il suo esordio narrativo ci regala una figura femminile in cui molte lettrici si riconosceranno.
Etsu Inagaki Sugimoto, Come un fiore di ciliegio nel vento, Giunti
Pubblicato per la prima volta a New York nel 1925 e diventato subito un bestseller internazionale, questo libro è il racconto in prima persona della vita di Etsu Inagaki Sugimoto, la figlia minore di un samurai di alto rango, che vive sulla sua pelle il passaggio tra il Giappone feudale del XIX secolo e la potente modernità americana del primo Novecento. Nata nella città di Nagaoka, nel nord del paese, Etsu riceve una rigida educazione, improntata ai principi dei nobili guerrieri samurai, ma il destino ha in serbo per lei tutt’altro: in seguito alla morte improvvisa del padre, la ragazza viene promessa in sposa a Matsuo, un amico del fratello, che vive negli Stati Uniti. Sarà solo l’inizio del suo viaggio nel Nuovo Mondo e dentro se stessa, un viaggio ricco di momenti belli e difficili come solo la vita sa essere. Forte della sua identità e delle sue convinzioni, tra i ricordi magici dell’infanzia in Giappone e l’incontro dirompente con la realtà occidentale, che la sospinge verso nuovi orizzonti, la giovane donna cresce, impara e ama con coraggio. Più di un memoir, più di una saga familiare, la vicenda di Etsu, leggera e forte come un fiore di ciliegio nel vento, è una bellissima storia di formazione al femminile che non smette di appassionare e commuovere.
Nasce in una famiglia di samurai all’indomani dell’era Meji, che vede il Giappone aprirsi al resto del mondo dopo secoli di isolamento. Ha ventiquattro anni quando un matrimonio combinato la porta negli Stati Uniti: è l’inizio di una nuova vita, lontana da tutto ciò che poteva immaginare, che la giovane donna affronta con grande determinazione. Nel corso degli anni Etsu comincia a scrivere articoli sul Giappone, prima per i giornali locali di Cincinnati, poi per il magazine Asia. Dopo aver trascorso un altro periodo nella sua terra natale, decide di stabilirsi definitivamente a New York, dove diventa docente di lingua e cultura giapponese presso la Columbia University. La sua opera più famosa resta A Daughter of the Samurai (1925), un classico della letteratura femminista qui proposto per la prima volta in Italia.
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