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Niente capi, smart working e il venerdì uscita alle 13: la rivoluzione di un'azienda torinese

Il mondo del lavoro cambia. Ecco le ultime novità

Lo smart working è diventato un tema quotidiano per i cittadini, le istituzioni e il sistema informativo. Solo due o tre anni fa quelle due paroline in lingua inglese erano un qualcosa che sui media facevano capolino abbastanza raramente ed erano conosciute soprattutto da addetti ai lavori. Oggi è cambiato tutto. Certo, di mezzo c’è stata una pandemia che ha letteralmente cambiato tutto e ha fatto diventare il lavoro agile la normalità per milioni di lavoratori di ogni settore.
Ora si sta cercando di tornare alla normalità, ma l’abitudine al lavoro da casa è un qualcosa che ormai non si può cancellare del tutto. Lo Stato ha regolamentato questo tipo di organizzazione per il periodo più difficile e complicato della pandemia e continua ovviamente a dare le linee guida, ma ora la regolamentazione pratica del lavoro quotidiano ora spetta alle singole aziende.
Ad esempio, è attesa in questi giorni la decisione sulla settimana corta proposta da un noto gruppo bancario ai sindacati: la proposta avanzata dalla banca è quella di concedere ai dipendenti (non quelli addetti al front office) di lavorare per quattro giorni al posto dei cinque, con un aumento delle ore quotidiane che passerebbero da 7,5 a 9. Questo consentirebbe ad ogni lavoratore, a parità di retribuzione, di avere un giorno libero in più, per una prestazione settimanale complessiva di 36 ore rispetto alle 37,5 tradizionalmente svolte.
Da Torino arriva un’altra storia: un'azienda che si occupa di tecnologia per il marketing diventa una società interamente basata sullo smart working, portato alle sue estreme conseguenze. Il nuovo accordo consente infatti il 100% di lavoro agile.

Soprattutto, non ci saranno più capi: per sei mesi, si proverà a lavorare in micro-squadre autogestite. Il venerdì poi si finisce di lavorare alle 13.00.  

Il fondatore dell'azienda Fulvio Furbatto in una intervista al Corriere della Sera tiene a sottolineare che “l’ufficio rimane, chi vuole venire in sede prenota la scrivania con una app. Chiediamo ai collaboratori di partecipare a un pranzo una volta a settimana e di seguire i corsi di formazione. Perché vedersi è importante”.

(Foto Getty Images)

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