23 Febbraio 2021
In mille anni il mondo cambia millemila volte. E tante volte l’ha visto cambiare, probabilmente scuotendo la chioma millemila volte il Platano di Curinga, che di anni ne ha mille. Affacciato sul Mar Tirreno, sporge su un piccolo ruscello. Questo anziano e maestoso guardiano avrà assistito silenzioso a giuramenti, litigi, chiacchiere bucoliche e duelli poco nobili. Si pensa che sia stato piantato dai monaci basiliani che arrivarono in Calabria più di mille anni fa e che costruirono l'eremo di Sant'Elia.
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Ma perché scriviamo di lui? Perché il Platano di Curinga, anzi di Vrisi, nel catanzarese, oltre a essere il platano più grande d’Italia, è in gara per diventare l’Albero Europeo dell’Anno. C'è ancora tempo fino al 28 febbraio per votarlo online collegandosi al sito Treeoftheyear.org. Il concorso è promosso dall'Environmental Partnership Foundation, una ong ambientale della Repubblica Ceca.
Dalla prima edizione nel 2011 i paesi partecipanti sono passati da 5 a 16. Gli alberi in gara sono 14, ognuno dei quali, bisogna ammetterlo, con una storia straordinaria. Non è necessario registrarsi, ma si può votare una volta sola. Il risultato della competizione sarà poi reso pubblico il 17 marzo nel corso di una cerimonia online.
L'anno scorso si era aggiudicato il titolo di Albero Europeo dell’Anno un pino silvestre di 350 anni, ultima testimonianza di Chudobín, un villaggio del tutto sommerso da una diga nella Repubblica Ceca. Quest’anno a competere con il nostro Platano di Curinga ci sono dall’albero di Giuda della chiesa di Mélykút, in Bulgaria, all'albero Madre di Etten, nei Paesi un tiglio che ha ispirato, tra i tanti, Vincent van Gogh.
(Foto Getty Images)
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