Ayrton Senna è il pilota più veloce della storia
Il progetto Fastest Driver ha esaminato le performance tra il 1983 e il 1999. Sul podio anche Schumacher e Hamilton, nono Trulli.
Chi è il pilota di Formula 1 più veloce della storia? Chiedetelo a ex campioni, frequentatori abituali del paddock o semplici appassionati: risponderanno tutti la stessa cosa. A diramare una controversia apparentemente impossibile, complici epoche (e tecnologie) completamente diverse tra loro, ci ha pensato la Formula 1 tramite il progetto “Fastest Driver”, con cui ha messo a paragone i dati compresi tra il 1983 e il 2019. Sebbene restino tagliati fuori alcuni mostri sacri della pista, i risultati possono davvero mettere tutti d’accordo.
L’algoritmo si basa sulla pura velocità in qualifica dei vari drivers. Basta dunque scandagliare la classifica delle pole position ottenute per avere una risposta? Niente affatto. Perché se è vero che domenica scorsa, grazie al giro più veloce ottenuto il sabato sul circuito di Jerez in Spagna, Lewis Hamilton ha conseguito la pole numero 92 della sua carriera, non è il britannico di origine caraibica a guadagnarsi lo scettro. La palma di pilota più veloce della storia della F1 va infatti al compianto Ayrton Senna, scomparso tragicamente a Imola il 1° maggio del 1994 per le conseguenze di un tragico incidente avvenuto nella curva del Tamburello, e che fino ad allora veniva considerato il Re del giro secco con 65 pole all’attivo.
Alle spalle del paulista si piazza Michael Schumacher, che nel corso della sua carriera strappò proprio quel primato (poi cancellato da Hamilton) al brasiliano salendo a 69 migliori posizioni in griglia centrate il sabato. Ma già allora le cose erano cambiate, fino alla rivoluzione moderna. Senna, infatti, era figlio di una tornata di qualifiche diverse, ovvero quella in cui ai piloti veniva concessa un’ora di tempo e 12 giri (generalmente 4 o 5 lanciati, ai quali andavano sommati quelli per uscire e rientrare nella pit lane) per far segnare il best lap, mentre negli ultimi anni le qualifiche sono suddivise in tre blocchi (Q1, Q2 e Q3) ad eliminazione, durante i quali le scuderie devono anche iniziare a pensare alla strategia per il giorno seguente, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle gomme con cui scattare dalla griglia.
Il modello “Fastest Driver” è stato sviluppato immaginando una mega sessione di prove ufficiali nella quale i piloti si affrontano tutti con la stessa monoposto, durante un unico giro con le stesse condizioni di pista e metereologiche. Questo sistema, come spiegato da Rob Smedley, ex ingegnere di Williams e Ferrari ora a capo dei data systems della Formula 1, viene utilizzato anche all’interno delle squadre per aiutare le scelte sui piloti. La velocità pure rappresenta soltanto un elemento all’interno di un arsenale di più ampia portata, ma ne incarna il valore più rappresentativo.
Avendo omogeneizzato le prestazioni, Senna ha strappato la miglior performance con un delta di 114 millesimi su Schumacher e 275 su Hamilton. Ai piedi del podio il talento emergente e figlio d’arte Max Verstappen (+0.280), oggi primo pilota Red Bull, davanti agli ex iridati Fernando Alonso (+0.309) e Nico Rosberg (+.0.374), con i due ferraristi Charles Leclerc (7° con +0.376s) e Sebastian Vettel (10° con +0.435) divisi tra di loro dall’insospettabile finlandese Heikki Kovalainen (+0.378) e dal primo italiano, l’abruzzese Jarno Trulli, nono con un gap di 0.409 dal tre volte campione del mondo con la McLaren. Ai piedi della top ten si ferma l’ex ferrarista Ruben Barrichello, mentre il rivale storico di Senna, il francese Alain Prost, chiude questa particolare graduatoria non riuscendo ad andare oltre la ventesima piazza (+0.514) preceduto anche dal secondo italiano, Giancarlo Fisichella.
(Credits: Getty Images)