Sardegna, Sicilia e Calabria dicono la loro: zuffa tra Regioni per accaparrarsi i turisti (sempre in sicurezza)
Le mete turistiche più belle d'Italia stanno cercando di capire come sostenere il turismo in totale sicurezza.
Il sud ha reagito benissimo alla tempesta Covid-19. Ora che le vacanze sono alle porte (dal 3 potrebbero riaprire i confini regionali) e che si cerca di contenere il contagio, Regioni come la Sardegna e Sicilia stanno facendo i conti con la possibile ondata di turisti. La preoccupazione è una sola e si chiama sicurezza per tutti, residenti e vacanzieri. È così che da qualche tempo si sente parlare di passaporto sanitario. Tra i maggiori sostenitori di questa modalità di contenimento ci sono i governatori delle due isole, Christian Solinas e Nello Musumeci.
Tutti dovrebbero, quindi, sottoporsi a un test prima di imbarcarsi, che attesti la salute personale. Questa via però sembra non percorribile e anche anticostituzionale. Il Ministro Francesco Boccia ha, infatti, sostenuto: "Rileggete l'articolo 120 della Costituzione. Una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone".
La questione troverebbe un altro ostacolo per via dei test da fare. L'unico che al momento certifichi con attendibilità la presenza del virus è il tampone oro-nasofaringeo. È impensabile eseguirlo a tutte le persone che vogliono spostarsi in Sardegna o in Sicilia questa estate: non ce ne sono abbastanza. L'alternativa sarebbe quella sottoporre i turisti test salivali, ma anche qui ci sono dei problemi. L'esame, infatti, è ancora in fase di sperimentazione e si avranno i primi risultati a fine estate. Infine, ci sono i test sierologici, ma anche qui i dubbi non mancano. Non sono attendibili e valgono solo in termini di ricerca.
La Sardegna, però, ha già definito un piano B. Ovvero un'autocertificazione con il download volontario di un'app di tracciamento. Purtroppo anche questa soluzione sempre impossibile, nel senso che autocertificare la propria salute non ha valore. La Sicilia, invece, di fronte a tutti questi stop, ha deciso che riaprirà ai turisti solo dal 7 giugno: in questo lasso di tempo monitorerà l'andamento dei contagi, per capire come muoversi con i vacanzieri.
Fa eco a Sardegna e Sicilia un'altra meta turistica dello stivale: la Calabria. Anche la governatrice Iole Santelli si è espressa in merito ai turisti. La sua prospettiva è diversa, però, dai suoi colleghi isolani. Ecco quali sono state le sue parole: "Vengano in Calabria per scoprire il nostro mare, le nostre montagne, i nostri borghi, in totale sicurezza. Noi non chiediamo test sierologici, anche perché né il governo né l’Istituto superiore di sanità indicano quali siano quelli validi. Abbiamo fatto 6 mila tamponi e sono risultati contagiati solo in 5". Rassicura in questo modo tutte le persone che vogliono passare le vacanze nella sua regione. E ha aggiunto anche: "L’unico rischio che corrono i vacanzieri è di tornare a casa con qualche chilo di troppo".
(Foto Getty Images)