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Artemisia Gentileschi, la grande pittrice del 600 che oggi rivive nei suoi quadri

Nel Seicento, una donna artista era una rarità. Il suo talento fu sminuito a causa della sua condizione femminile: oggi più che mai risplende la sua magnifica arte.

Artemisia Gentileschi, pittrice dallo stile drammatico ed espressivo, alla maniera di Caravaggio, viene ricordata oggi, 8 luglio 2020. Google le dedica il doodle, ovvero l’immagine che compare al posto del logo, nel 427esimo anniversario della sua nascita. Artemisia Gentileschi nacque a Roma 427 anni fa ed è ricordata sia per le sue opere, sia per la sua sofferta vita. Essendo una donna, non era facile dipingere ed essere riconosciuta nel mondo dell'arte. Inoltre Artemisia affrontò la pittura "alta", soggetti sacri e storici, poco inclini alle donne artiste dell'epoca.

Fautore della sua educazione fu suo padre Orazio, che era un pittore, e istruì la giovane Artemisia a dipingere personaggi realistici e non idealizzati. Tra il 1612 e il 1613 realizzò uno dei suoi quadri più famosi: Giuditta che decapita Oloferne, conservato nel Museo nazionale di Capodimonte a Napoli. Fin da piccola viaggiava molto e ovunque andasse, la pittrice era accolta con favore dagli artisti e dai mecenati del luogo.

Ricevette varie commissioni, tuttavia non abbastanza numerose come quelle dei suoi colleghi maschi. La sua vita fu segnata da violenze, torture e vicende giudiziarie, che segnarono per sempre la sua esistenza. Tornata a Napoli, morì nel 1653, dopo un ultimo periodo di grande attività. Il suo talento fu ignorato per secoli, ma venne rivalutata dallo storico dell'arte Roberto Longhi, nel 1916. Da allora è stata riscoperta e apprezzata per lo stile forte e realistico, di grande portata espressiva. 

(Foto Getty Images)

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