03 Giugno 2020
I casi sono ben noti: a Minneapolis un poliziotto bianco ha bloccato a terra e premuto un ginocchio sul collo di George Floyd, un cittadino disarmato, uccidendolo. Tanta brutalità non aveva altra motivazione che quella razziale: George Floyd infatti era afroamericano. Un'altra vittima innocente che si aggiunge alle tante già cadute a causa del razzismo. La morte di George Floyd ha dato il via a una serie di proteste anche violente che stanno infiammando gli interi Stati Uniti. E martedì 2 giugno le rivendicazioni sono arrivate anche sul web, con l'iniziativa Black Out Tuesday, che ha visto le pagine social di tanti artisti e cittadini popolarsi di post completamente neri.
George Clooney ha scritto un articolo sul Daily Beast in cui scrive che il razzismo negli Stati Uniti è la «nostra pandemia»: «la rabbia e la frustrazione che si ripetono nelle nostre strade sono solo un promemoria di quanto poco siamo cresciuti come Paese dai tempi del nostro peccato originale, la schiavitù» e chiede «un cambiamento sistemico nelle nostre forze dell'ordine e nel nostro sistema di giustizia penale: abbiamo bisogno di politici he riflettano sulla parità e uguaglianza di tutti i cittadini».
Bernice King, figlia di Martin Luther King, ha invitato alla non violenza: «Faccio appello ai miei fratelli e sorelle, perché l'unico modo per ottenere un cambiamento costruttivo è attraverso mezzi non violenti... Vogliamo il cambiamento e lo vogliamo ora... Ma il cambiamento non arriva mai attraverso la violenza. La non violenza non è debole o passiva. La non violenza è attiva e aggressiva».
Ma già la grande Nina Simone aveva raccontato tutto questo in una sua sferzante canzone, "Mississippi Goddam", che la cantante aveva definito la sua prima «canzone sui diritti civili».
Il brano fu scritto di getto, dopo l’omicidio di Medgar Evers, un attivista afroamericano ucciso da un suprematista bianco a Jackson, nel Mississippi, nel 1963. La canzone parla anche di un altro atroce fatto di cronaca, l’attentato di Birmingham, in Alabama, quando un gruppo di suprematisti bianchi provocò la morte di quattro bambine afroamericane.
Le parole della canzone sono un preciso atto d'accusa:
«Sì, ma tutta questa nazione è piena di menzogne/ e morirete tutti quanti, morirete come mosche/ io non mi fido più di voi
/di voi che continuate a dire Vacci piano!/ Andarci piano!/ Ma è proprio qui il problema,/ andarci piano/ eliminare la segregazione/ andarci piano/ partecipazione di massa/ andarci piano/ riunificazione/ andarci piano/ fare le cose per gradi/ andarci piano/ ma causare ancor più tragedie/ andandoci piano/ perché non lo vedete?/ Perché non ve ne accorgete?/ Non lo so/ non lo so»
(Foto Getty Images)
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