29 Novembre 2016
All’inizio ci fu “Oxygène”, un album di avveniristico sound elettronico che nel 1977, sua data d’uscita, rivoluzionò il modo di fare musica e ispirò numerosi altri artisti in tutto il mondo. Quel disco multiplatino, oltre a tracciare nuove vie sonore, lanciò anche il giovane autore, Jean Michel Jarre, destinato a diventare uno dei talenti più originali del nostro tempo. Da allora quel progetto è diventato leggendario e ha generato un secondo volume, “Oxygène 7-13” (uscito a vent’anni di distanza dal primo). Per festeggiare adesso i 40 anni del concept Oxygène, Jean Michel Jarre pubblica il terzo volume, “Oxygène 3”, che comprende le parti 14-20.
Un omaggio che nasce dal desiderio di dare contemporaneità a quest’idea musicale d’avanguardia, come racconta l’artista stesso: «Non amo molto gli anniversari... Ma due anni fa, mentre registravo “Electronica”, ho scritto un brano (oggi “Oxygène 19”) che mi ha fatto pensare a cosa sarebbe “Oxygène” se lo scrivessi oggi. Così mi sono dato il 40° anniversario del mio album di esordio come termine entro il quale provare a comporre questo nuovo capitolo in sole sei settimane (proprio come avevo fatto con il primo disco), probabilmente per evitare di pensarci troppo, di riflettere troppo sulle idee, e anche per registrare tutto in un’unica session.
L’idea non era quella di copiare il primo album, quanto piuttosto di continuare a condurre gli ascoltatori in un viaggio dall’inizio alla fine del disco attraverso diversi capitoli interconnessi.
Ciò che all’epoca rese il primo “Oxygène” così particolare era probabilmente l’aspetto minimalista e la quasi totale assenza di batteria. Ho voluto mantenere questo approccio, creando il groove perlopiù con sequenze e la struttura delle melodie.
Quando realizzai il primo “Oxygène” all’epoca del vinile, avevo in mente una struttura divisa in due parti, il lato A e il lato B dell’album. Stavolta mi sono divertito a fare altrettanto: un lato più cupo e un lato più allegro. Per cui, a ben pensare, “Oxygène 3” ha effettivamente due lati...».
Anche l’artwork del progetto è un omaggio alla copertina del primo “Oxygène” e alla sua tematica forte, che univa uomo e ambiente in un’unica immagine emblematica. Se nel 1977 un teschio emergeva frontalmente da uno squarcio del nostro pianeta, oggi l’angolazione è sghemba e il teschio si staglia di profilo. Autore della nuova copertina è sempre l’artista Michael Granger: «Quarant’anni fa scoprii l’universo visivo di Michel Granger», ricorda Jarre «e capii subito che si sposava bene con la musica che stavo componendo. Da allora la copertina del disco è diventata famosa: una sorta di monito ecologico, cupo e surreale, in grado di evocare lo spazio cosmico e il nostro spazio vitale. Per me questa immagine è ormai un tutt’uno con la musica. Volevo che il visual di “Oxygène 3” mantenesse lo stesso concept e quindi ho voluto rivisitare l’artwork originario di Michel Granger semplicemente guardando l’immagine da un’altra angolazione, che poi è esattamente l’approccio che ho utilizzato per creare questo nuovo capitolo della mia musica. Ho quindi chiesto a Michel di realizzare un modello 3D della sua creazione per cambiare l’angolo della visuale, e lui ha gentilmente accettato».
Jean Michel Jarre ha già dato il via al suo Electronica Tour, che toccherà i principali palazzetti europei.
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