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La crisi del lavoro in Italia riguarda più gli stranieri

Istat: Le imprese a guida straniera aumentano ma il tasso di disoccupazione è raddoppiato

29 Dicembre 2015

La crisi del lavoro in Italia riguarda più gli stranieri

Dati Istat rivelano come nel nostro Paese dal 2008 al 2014 le "vittime" peggiori siano state i lavoratori immigrati. Raddoppiato il tasso di disoccupazione, ma non solo. Un terzo svolge mansioni inadeguate rispetto alle proprie competenze.

I dati Istat, aggiornati al secondo trimestre del 2014, dicono che gli stranieri rappresentano l'8,6% della popolazione residente tra 15 e 74 anni, i naturalizzati italiani l'1,3%. La ricerca di un lavoro è il motivo della migrazione in Italia per il 57% degli stranieri nati all'estero e per un terzo dei naturalizzati; seguono le ragioni legate ad aspetti familiari (39%), che rappresentano la spinta principale tra le donne (si può spiegare questa tendenza con il "ri-congiungimento" con familiari già partiti).

Sono arrivati in Italia per trovare maggiori fortune, ma la crisi li ha colpiti più degli italiani. Altro che la propaganda sugli “immigrati che rubano il lavoro“, già smentita dai rapporti ministeriali.

Non va trascurato un aspetto fondamentale, tuttavia: quanto producono gli stranieri che lavorano in Italia? Stando al recente rapporto della Fondazione Di Vittorio – Fillea Cgil, gli stranieri che lavorano in Italia producono 123 miliardi di Prodotto interno lordo, pari al 9% della ricchezza italiana complessiva. La loro presenza è poi strategica in quei settori in cui è strutturale e storica come nelle costruzioni, appunto.

Né va trascurato il contributo, importante, che giunge dall'imprenditoria straniera. Secondo le elaborazioni di Unioncamere-InfoCamere negli ultimi tre anni le aziende guidate da immigrati sono aumentate del 19% e se consideriamo il periodo luglio-settembre di quest'anno sono avanzate ad un ritmo più elevato (quattro volte superiore al resto del tessuto produttivo), contribuendo al 40% della crescita realizzata dall'intero sistema.

Fonti: www.ansa.it www.tgcom24.mediaset.it

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