RMC DOC- Starbene
29 Novembre 2016
Cominciamo dalla scelta sul quando allenarsi: non esiste il momento ideale o un orario ideale. Esiste il 'nostro' momento, quello in cui siamo concentrati, determinati ma calmi. Migliorare il rendimento nel training non vuol dire essere “esageratamente carichi”. Lo stato ideale per performare è disporre di una carica mentale intensa ma canalizzabile: ciò è impossibile in uno stato di tensione eccessiva.
Perciò, quando si dice: “Vado a scaricarmi in palestra” l'affermazione contiene un elemento positivo, la voglia, ma anche uno negativo, ovvero l'incognita nell'attuare con criterio il programma di esercizi. Perciò, mentre allacciamo le scarpe, controlliamo la dotazione di asciugamano, borraccia con sali minerali, tools per l'allenamento, compilation in cuffia, un minuto di training autogeno “casereccio” non guasta. L'eccesso di carica psicologica non è il solo mito ad essere sfatato: talvolta capita di arrivare in palestra svogliati e rendere sorprendentemente più del solito. Questo accade perché una minor reattività del normale e la consapevolezza di non essere al top richiedono tutte le risorse mentali e fisiche di quel momento, a conferma che per allenarsi al top ci vuole più testa che forza.
Anche lo spostamento improvviso dell'orario dell'allenamento genera scombussolamento mentale: fare attività sportiva al pomeriggio per anni e passare al mattino farà rendere meno, ma nel giro di qualche settimana la performance sarà identica perché la grande magia del corpo è adattarsi sempre. E l'allenamento è proprio una richiesta d'adattamento allo sforzo progressivo.
Roberto Romano
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