24 Maggio 2021
Fosche ombre si addensano sulla figura di Elvis Presley. E proprio adesso, quando si attende anche il film dedicato alla sua vita, girato da un grande regista come Baz Luhrmann e con un interprete come Tom Hanks (nei panni del Colonnello Tom Parker, potente manager di Presley).
L'accusa è di quelle davvero gravi: razzismo. A scagliarla, un'altra leggenda della musica, il grandissimo produttore Quincy Jones, che, tra gli altri, ha anche fatto decollare una stella come Michael Jackson.
Ecco cosa ha rivelato Quincy Jones, che adesso ha 88 anni, in un'intervista al magazine Hollywood Reporter, quando il giornalista gli ha chiesto se avesse mai lavorato con Elvis: «No. Non avrei mai voluto lavorare con lui». E, incalzato dal giornalista, ha aggiunto: «Erano gli Anni 50. Stavo scrivendo per Tommy Dorsey (celebre direttore d'orchestra, n.d.r.). Elvis entrò e Tommy disse: "Non voglio suonare con lui". E ha continuato "è un razzista figlio di xxx". E ora non desidero aggiungere altro».
E' da qualche tempo che si discute sul fatto se Presley fosse stato razzista o meno. E adesso si spera in qualche dichiarazione da parte dell'ente che tutela la memoria del cantante, l'Elvis Presley Estate.
Quincy Jones ha poi aggiunto, parlando di razzismo: «E' una lunga storia: Le persone hanno girato il viso dall'altra parte, ma è lo stesso per me: misoginia, razzismo. Devono insegnarti a odiare qualcuno. Non è un sentimento che nasce in modo naturale, non credo. A meno che non ti venga insegnato».
(Foto Getty Images)
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