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Concerti: i primi test per la ripartenza

Cresce la voglia di musica dal vivo. E dopo la Spagna anche in Italia si pensa a come tornare in sicurezza agli eventi dal vivo

A Barcellona si sono tenuti due concerti di prova, davanti a 500 e 5000 persone: con la mascherina ma tutti insieme, dopo essere stati sottoposti a test antigenico. E in Italia? Ne parla Vincenzo Spera, presidente di Assomusica (che raccoglie produttori e organizzatori di eventi musicali). 

“In Spagna hanno voluto dimostrare che, rispettando norme e protocolli, il rischio diventa quasi inesistente. Anche noi abbiamo elaborato linee-guida e una serie di procedure, per maggio e giugno sono state individuate tre location: un teatro, uno spazio all’aperto con 2000 posti e un altro con maggiore capienza: per verificare le situazioni e avere un quadro complessivo. C’è grande prudenza, ma noi chiediamo di lavorare in estate con audience di almeno 2000 fan”. 

Lo scoglio maggiore è la politica: “Ogni comune fa capo a sé, potrebbe succedere di tutto con autorizzazioni e licenze -dice Spera- senza dimenticare che se una tournée comincia e poi i colori cambiano, è impossibile organizzare qualcosa di continuativo”. Mancando ipotesi di lavoro, a livello governativo e con altri soggetti nel mondo musicale, al momento il settore si attiene al Comitato tecnico scientifico. 

“Pensiamo che tra qualche mese potremo lavorare bene, meglio dell’anno scorso, con più spettatori e più disponibilità da esecutivo ed enti locali”: così Francesco Barbaro, fondatore di Otr live, riferendosi al 2020. La scorsa estate si suonò dal vivo: spettatori non ammassati, dotati di mascherina, e limiti di 1000 posti all’aperto. 

Quando si partirà? “Tra luglio e settembre -sostiene Barbaro- il pubblico resterà seduto e distanziato, ma oltre le 1000 presenze dell’anno scorso. Noi chiediamo che i biglietti staccati siano 1/3 del totale a regime, ci pare una prospettiva di buonsenso”.  

(Foto Getty Images)

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