28 Maggio 2021
Perfino la musica ha i suoi colori, ma non è detto che siano gli stessi per tutti: potenza della variabile umana.
Ce lo spiega la cromestesia (o sinestesia). Un individuo su 3mila associa determinate tinte ai suoni del pentagramma. Ci sono stati casi eccellenti, a riguardo: da Van Gogh a Kandinskij , da Rimskij-Korsakov a Duke Ellington. Ma anche una persona non baciata dal talento artistico può 'vedere' dipinte le 7 note.
Secondo il professor Palmer, docente di Psicologia all'Università di Berkeley, i brani più veloci e in tonalità maggiore ispirano colori caldi: chiari e intensi. Ritmi rallentati e dalle tonalità minori, invece, colori scuri e freddi. In generale, i fattori che influenzano sono: velocità, intensità, volume, tonalità, armonie, complessità e nitidezza. Altro elemento importante: le emozioni personali.
Non ancora chiaro il meccanismo biologico alla base della cromestesia: indiziato principale è un collegamento tra corteccia visiva e apparato uditivo. Qualche studioso opta, invece, per un sistema più complesso: esteso ad altre zone cerebrali.
Sembra assodato che le caratteristiche della musica facciano mix con le sensazioni suscitate nell’ascoltatore. Chi attiva una tavolozza mentale, alla fruizione di una melodia, percepisce quest’ultima come una persona che genera onde emozionali col suo comportamento.
(foto Getty Images)
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