GoFlat, la bellissima campagna legata al tumore al seno

La mastectomia dopo l'asportazione del seno per un tumore, non è obbligatoria: non tutte lo sanno. Ecco la campagna che sensibilizza ad una scelta consapevole.

18 Novembre 2016

GoFlat, la bellissima campagna legata al tumore al seno

Una campagna di sensibilizzazione molto particolare: si intitola Go Flat e l’idea viene da un gruppo di donne, ex pazienti oncologiche. Cosa vogliono raccontare? Queste donne, sopravvissute al cancro, vogliono far sapere che dopo l’asportazione del seno non è obbligatorio ricorrere alla mastoplastica. Una cosa che non tutte le donne sanno. In sostanza, loro rivendicano il diritto di scegliere se restare senza seno o no. Perché? Perché la mastoplastica ha dei rischi e perché non tutte sentono la necessità di nascondere i segni del tumore.

Il New York Times ha riservato loro la copertina di uno dei suoi numeri: donne che hanno detto NO alla chirurgia plastica per ricostruire il seno tolto assieme al tumore. E le cicatrici? Alcune hanno trovato un modo alternativo per coprirle: i tatuaggi!

Ma quali sono le ragioni profonde del going flat di queste donne? Ebbene, non è difficile comprenderle se ascoltiamo le loro testimonianze: "Avere qualcosa di estraneo nel mio corpo dopo un cancro era l'ultima cosa che volevo", dice Debbie Bowers, quarantacinquenne appartenente al gruppo. Quello che è importante sapere è che la mastoplastica ha anche dei rischi. Con ciò le donne del movimento non vogliono incentivare a non farla, ma a farla divenire una scelta responsabile e consapevole. Consapevole dei pericoli, consapevole del fatto che la chirurgia estetica non è l’unica via. Insomma, si può “restare piatte” e la ricostruzione non è parte integrante del percorso di cura, ma è un qualcosa in più, che si può fare, ma si può anche non fare.

Marianne DuQuette Cuozzo, ad esempio, dichiara "Nessun medico mi ha mai detto che c’era la possibilità di rimanere senza seno. La chirurgia veniva data come scelta obbligata". Lei la mastectomia l’aveva fatta, ma a causa di quattro infezioni ha deciso di rimuovere le protesi.

Una questione quindi che riguarda i rischi cui si va incontro, ma anche una questione morale, strettamente personale: non tutte le donne che hanno lottato contro il cancro vogliono nasconderlo. Chi ha deciso di non sottoporsi alla mastectomia vuole anche dimostrare che non è il seno a far sentire donna e che indipendentemente da questo, la mastectomia deve essere una scelta!

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