extra
23 Giugno 2016
Quando si dice che l'amore è eterno, generalmente si immaginano anime beate che si incontrano nuovamente nell'aldilà. Pensare agli scheletri è sconveniente, quando si parla di sentimenti sublimi. Oppure no?
È di poche ore il sensazionale ritrovamento, nel sottosuolo di Taranto, di due scheletri avvinti in un abbraccio. L'immagine è stata immortalata da un cittadino, Erol Cristian Longo, e sta facendo il giro del web. Mentre gli esperti fanno risalire il reperto ad almeno duemila anni fa, c'è chi si lancia in supposizioni: potrebbero essere padre e figlia, fratelli, amici, ma ovviamente ciò che più ci piace pensare è che siano amanti.
Impossibile non ricordare un episodio simile: quello degli "Amanti di Valdaro", colti nel medesimo abbraccio nel 2007, nei pressi di Mantova, e ora custoditi nel Museo archeologico. Analoghi ritrovamenti sono stati effettuati in Turchia, in Gran Bretagna e nella grotta di Alepotrypa, in Grecia. Anche in quei casi, il beneficio dell'immaginazione è tutto nostro.
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