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20 Giugno 2016
Un ambiente di lavoro particolarmente stressante può avere conseguenze sulla salute e quindi sulle aspettative di vita della popolazione.
Lo hanno dimostrato i ricercatori delle università americane di Harvard e Stanford, arrivando anche a quantificare gli anni che verrebbero "rubati" ai lavoratori in condizioni poco soddisfacenti: 33 anni!
Alcune zone e categorie sociali sono certamente le più sfavorite, mentre per altre l'aspettativa (e l'età media) risulta più alta.
Un campione di volontari è stato suddiviso in 18 classi. Sono stati presi in considerazione etnia, sesso e grado di educazione e 10 fattori legati al posto di lavoro. Orari, turni, squilibrio famiglia-lavoro, assenza di un'assicurazione e ipotetici licenziamenti sono quindi stati messi in relazione ai dati sulla mortalità annuale e sull'aspettativa di vita.
Lo stress maggiore deriverebbe da posti di lavoro "scomodi o poco raccomandabili" che, secondo quanto è emerso dalla ricerca, sarebbero ricoperti in larga parte da persone con un basso livello di educazione. Queste, a detta di uno studio precedente, avrebbero la stessa aspettativa di vita di un coetaneo vissuto negli anni '50 e '60.
L'ostacolo maggiore, tuttavia, sarebbe rappresentato da una mancata sicurezza circa lo sviluppo del proprio percorso professionale. La precarietà, i frequenti licenziamenti o i periodi di stallo alla ricerca di un nuovo lavoro giocherebbero, pertanto, un ruolo di centrale importanza sull'aspettativa di vita di un lavoratore medio.
Per le donne il pericolo maggiore è rappresentato da turni stancanti, mentre gli uomini risulterebbero invece spaventati da un clima di generale insicurezza.
Tranquilli però, non tutto è perduto! Molti di questi problemi si possono risolvere apportando modifiche alle policy degli uffici e garantendo condizioni migliori anche per la popolazione che ha ricevuto una scarsa educazione.
Fonte: Huffingtonpost.it
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