extra
18 Maggio 2016
Non si contano più le volte che l'industria della moda è stata messa alla berlina per gli insostenibili standard estetici che impone alle donne. Purtroppo, però, a parte qualche sporadica dichiarazione d'intenti, ben poco è stato fatto per migliorare le cose.
Il gesto di Benjamin Cooper, di Delta, Pennsylvania, salta all'occhio per la sua semplicità ed efficacia. Mentre aiutava la sua fidanzata a svuotare l'armadio, il ragazzo si è infatti accorto che gran parte dei vestiti erano di taglia XL. Provando a indossarli, Cooper si è accorto che gli calzavano perfettamente.
Il fatto lo ha talmente sconvolto da portarlo a postare su Facebook una propria foto: "Non sono un uomo extra large e, cosa più importante, una donna della mia taglia non è una donna extra large". In particolare, Cooper pone l'accento sulla discrepanza tra taglie maschili e femminili e sulla pressione sociale che le donne devono sopportare rispetto al proprio corpo, che viene definito "extra" o "plus" se non corrisponde a ridicoli standard arbitrari. Ed è a causa di questo sessimo, conclude Cooper, che abbiamo "bambine di 8 anni con disordini alimentari".
Il post è subito diventato virale, suscitando reazioni - soprattutto positive - in ogni parte del mondo. A chi gli chiede di indicare una soluzione al problema, il ragazzo suggerisce che si potrebbero adottare semplicemente dei numeri (senza le diciture di "small" o "large") ma che, soprattutto, bisognerebbe capire che "non c'è niente di intrinsecamente sbagliato in un numero".
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