29 Ottobre 2022
L’ultima domenica di ottobre diremo addio all’ora legale e come ogni anno in questo periodo ci chiediamo: “Perché?”. Quest’anno, però, con il caro bollette che incombe, l’interrogativo si fa più serio e già salutiamo con il lutto al braccio quell’oretta di luce in più che al pomeriggio ci fa tanto comodo.
Mantenere l’ora legale, in questo periodo di crisi energetica, farebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità. È quanto emerge dalla ricerca realizzata dal Centro Studi di Conflavoro Pmi per ammortizzare in parte il caro energia.
Per capirci: a Roma, quando l’ora solare è in vigore, il 21 dicembre (il giorno più corto dell’anno) il sole tramonta alle 16.42. "Con quella legale – specifica Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi – diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma il risparmio di consumi e luce elettrica sarebbe comunque maggiore visto che alle cinque di pomeriggio la gran parte delle attività lavorative è ancora in pieno svolgimento".
Se nel periodo in cui vige l’ora solare si applicasse l’ora legale (30 ottobre – 26 marzo, per un totale 147 giorni), si acquisterebbe un’ora di luce naturale al giorno in più, per un totale di 147 ore. Considerati gli attuali prezzi, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia ipotizzabili in 2,7 miliardi di euro per il 2023
In tempi “normali” il risparmio sarebbe di certo inferiore, ma pur sempre un risparmio. Terna, nel periodo di ora legale tra marzo e ottobre 2021, aveva stimato un risparmio di oltre 190 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, con un ulteriore beneficio ambientale di riduzione di circa 200 mila tonnellate di CO2.
(Foto Getty Images)
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