19 Giugno 2020
Quello della lavatrice e dei calzini che ne escono spaiati è un mistero che ha generato negli anni miti e leggende. Non c'è famiglia al mondo che non abbia fatto almeno una volta questa esperienza. Eppure una risposta c'è ed è anche piuttosto semplice. L'ha svelata sui social (con tanto di prove fotografiche) un'americana di nome Cathy Hinz.
Suo marito un giorno ha deciso di riparare la loro lavatrice che funzionava male. Una volta smontato il pannello del filtro, la coppia si è trovata di fronte una specie di "tesoro nascosto": una quantità incredibile di calzini, piccoli indumenti, monetine e perfino una carta di credito che la macchina aveva letteralmente divorato negli anni. Pubblicando le foto dell'incredibile ritrovamento, Cathy ha scritto: “La prossima volta che ti mancano i calzini, ricorda! Quella lavatrice potrebbe essere solo affamata!”.
Il marito di Cathy ha svelato il mistero perché ha deciso di riparare la lavatrice, cosa che troppo spesso non avviene perché riparazioni e sostituzioni di pezzi risultano essere più esose dell'acquisto di una nuova macchina. Si parla infatti di obsolescenza programmata: ovvero la riduzione "forzata" del ciclo di vita degli elettrodomestici che caratterizza l'economia attuale.
Ma quanto ne gioverebbe l'ambiente (e la nostra biancheria smarrita) se tornassimo a tutelare il diritto a riparare gli elettrodomestici? Ebbene, in Europa e Usa sta guadagnando consensi un movimento che vuole limitare l'obsolescenza programmata. Il dibattito sulla questione è ancora acceso, ma forse, tra non molto, si potranno obbligare per legge le aziende a produrre beni più solidi e di lunga durata, e che siano facilmente riparabili.
Per ora sono soltanto discorsi, ma rappresentano un primo passo verso il cambiamento.
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