10 Febbraio 2020
Esistiamo solo se gli altri possono guardarci: è per questa ragione che si scattano 93 milioni di selfie al giorno, in pratica 1000 al secondo, una vera propria ossessione.
Una sorta di dipendenza, avvisano gli esperti, un’azione diventata sintomo di un disagio più grande e complesso che porta a riconoscere la nostra esistenza solo attraverso gli occhi degli altri. E gli occhi degli altri sono "social", altro fenomeno da non sottovalutare.
Della tendenza a "sentire" il proprio corpo grazie ad un’immagine, ma soprattutto solo attraverso lo sguardo dell’altro, parla Giovanni Stanghellini del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell'Università di Chieti, nel suo libro "Selfie - Sentirsi nello sguardo dell'altro": “Videor ergo sum", esisto in quanto vengo osservato da qualcuno, è questo il nuovo io all'epoca dei selfie. Il sé, insomma, 'prende corpo' solo attraverso lo sguardo dell'altro, solo perché qualcuno guarda il mio selfie”.
Lo smartphone, dunque, è diventato una vera e propria estensione del corpo, tanto che ormai in pochi riescono a farne a meno. Per non parlare delle conseguenze, a volte tragiche, che si verificano a causa della ricerca spasmodica dell'autoscatto perfetto, quello in grado di acchiappare più like possibili. Sono molti, infatti, le persone che perdono la vita per un selfie.
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