extra
01 Febbraio 2017
Il "tiny food", o cibo bonsai, è un vezzo tutto giapponese per chef miniaturisti, che già da qualche tempo sta conquistando i social network e conta ogni giorno nuovi appassionati.
Se non contenessero gli ingredienti migliori e non fossero preparati con professionalità e presentati alla perfezione, questi piatti sembrerebbero gli alimenti di una casa delle bambole.
Come spiega Merry White, docente di Antropologia alla Boston University che studia la cultura e la cucina giapponese, il tiny food incarna l'ossessione nipponica per tutto ciò che è "kawaii", carino, amabile, incantevole.
Tiny pizza e tiny hamburger, ma anche patatine fritte, sushi, carbonara e ogni tipo di cibo etnico, tutto preparato con ingredienti di prima qualità, in quantità micro.
In cucina si trovano pinzette al posto dei mestoli e la fiamma di una candela per alimentare fornelli da bambola.
Ai "miniacs", gli amanti di questo mondo in miniatura, sono indispensabili precisione, meticolosità e pignoleria e tanta capacità di controllo.
A New York, nel Greenwich Village ha aperto da poco Zagat, tiny caffè specializzato in cibo piccolissimo. I prezzi vanno tra i 4 e i 25 dollari e non è difficile capire che lo scopo non è uscirne sazi!
L'account Tinyfood pubblica su Instagram foto e video per la realizzazione di piatti perfetti, rigorosamente al di sotto dei 3 cm, ma si contano milioni di visualizzazioni anche tra Facebook, Snapchat, Instagram e YouTube.
L' Italia per il momento si limita solo al tiny fruit e solo poche aziende commercializzano frutta e verdura di dimensioni più che ridotte.
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