NUOVA GENERAZIONE. Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari
Presso CAMERA Centro Italiano per la Fotografia in mostra inediti di quattro giovani artisti tra i più promettenti in Italia. Dal 19 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024
A Torino sono in mostra nella Project Room di CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, dal 19 ottobre 2023 al 4 febbraio, quattro progetti riuniti sotto il nome di Nuova Generazione. Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari.
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La mostra presenta le opere inedite realizzate da quattro giovani artiste e artisti tra i più promettenti in Italia: Matteo De Mayda, Leonardo Magrelli, Giovanna Petrocchi e Silvia Rosi. A partire dallo studio dell’immenso patrimonio fotografico custodito da Fondazione Alinari per la Fotografia di Firenze, ognuno di loro ha sviluppato un progetto in grado di far dialogare passato e presente. L’iniziativa è stata vincitrice di “Strategia Fotografia 2022”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Dopo la mostra a Torino, nella primavera 2024 le opere verranno esposte a Firenze per essere acquisite ed entrare così a far parte degli Archivi Alinari.
I progetti esplorano un ampio spettro di riflessioni legate al tema dell’archivio.
Leonardo Magrelli, dopo aver visionato tutte le 223.940 fotografie digitalizzate e presenti sul portale di Fondazione Alinari, ha selezionato una rosa di immagini che testimoniano, dal suo punto di vista, l’eterogeneità della raccolta. Nel suo progetto 57 giorni di immagini, Magrelli decontestualizza e reinquadra questi materiali per far loro assumere nuovi e differenti significati. Lo stesso meccanismo è stato applicato anche alle didascalie, persuscitare nello spettatore il senso di sospensione e di incompiutezza che lo porterà ad attivarsi per dare una propria lettura a ciò che vede.
Silvia Rosi riflette, nel suo progetto Protektorat, sulla forza delle immagini e delle parole nella costruzione della verità storica. Rosi esplora i materiali raccolti nell’Archivio Nazionale di Lomé, in Togo. Cosa differenzia la storia dei coloni da quella dei colonizzati? I suoi caratteristici autoritratti ambientati, così come le scenografie che ricostruisce a partire da questa indagine, riflettono su un’identità negata dalla storia ufficiale.
Giovanna Petrocchi riusa materiali prelevati da archivi accessibili online per mezzo della tecnica del collage digitale. In questa occasione, partendo da fotografie appartenenti al fondo Giuseppe Wulz presenti negli Archivi Alinari, Petrocchi scansiona delle insolite carte de visite per dare vita a un’ironica e divertita schedatura in divenire di un inedito paesaggio fantastico. Tradizionalmente, questo tipo di fotografie riproducono ritratti in piccolo formato molto diffusi a fine Ottocento per far circolare immagini di famiglia ma, nel caso più unico che raro di Wulz, immortalano esclusivamente interni di un palazzo triestino. Colpita da tale anomalia, Petrocchi decide di far abitare questo mondo a insospettabili personaggi di fantasia.
Matteo De Mayda lavora in collaborazione con enti di ricerca ambientale per esplorare la dimensione di trasformazione della laguna di Venezia, in particolare delle sue ‘barene’ (terreni di forma tabulare tipici delle lagune). Le ‘barene’ costituiscono uno degli ambienti più caratteristici e allo stesso tempo più fragili dell’ecosistema veneziano svolgendo funzioni fondamentali per l’equilibrio lagunare. Venezia, fra le mete predilette dei gran tour dei secoli scorsi e del turismo di massa di oggi, è uno dei soggetti maggiormente presenti negli Archivi Alinari. De Mayda, nel suo progetto Una barena intera, esce però dalle traiettorie turistiche per raccontare la fragilità di un ecosistema dove coesistono diverse specie di uccelli, la cui sopravvivenza è messa a rischio dall’azione umana.
Archivi Alinari – FAF Toscana-Fondazione Alinari per la Fotografia
Gli Archivi Alinari hanno origine a Firenze nel 1852, nello stabilimento fotografico dei Fratelli Alinari. Nei loro oltre 170 anni di vita hanno visto diversi passaggi di proprietà e si sono accresciuti attraverso acquisti e donazioni, divenendo tra i maggiori giacimenti al mondo di fotografia: oltre 5.000.000 di beni, dal 1841 ai nostri giorni, raccolti in archivi e collezioni. Sono composti da beni fotografici (positivi, stampe e album fotografici, negativi su lastra di vetro e su pellicola, oggetti unici, etc.); beni documentari; beni bibliografici; beni scientifici e tecnologici. Oltre alla Stamperia d’Arte, vi è anche un insieme di oggetti artigianali che utilizzano la fotografia (metà ’800 - inizi ’900).
Tutte le informazioni sul sito www.camera.to