Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità
Appuntamento a Forte di Bard, in Valle d’Aosta
Appuntamento al Forte di Bard, dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023, per una affascinante, inedita mostra dedicata al Déco in Italia. Si tratta di un grande progetto espositivo che presenta 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni.
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Il termine Déco nasce dall’abbreviazione del titolo della celebre esposizione parigina del 1925, Exposition International des Arts Decoratifs et Industriels Modernes. La mostra Il Déco in Italia racconta quanto si andava producendo tra le due guerre mondiali non solo nelle arti decorative. ma anche in pittura, scultura e grafica.
Molte le opere pregevoli, come il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone parigino del Padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, le celebri ceramiche di Francesco Nonni. La ricostruzione dell’esposizione del 1925 permette di mostrare molte delle opere presentate, tra cui gli studi preparatori per il grande arazzo del Genio Futurista di Giacomo Balla (che ornava la scalinata del Grand Palais) ed altri arazzi e mobili progettati da Fortunato Depero, nonché alcune scenografie di Enrico Prampolini.
Il percorso è scandito in sezioni tematiche e ripartito per tecniche (pittura, scultura, arti decorative, grafica editoriale, manifesto). La mostra vuole porre in risalto il fil rouge del gusto déco italiano.
Queste le sezioni:
SEZIONE I - Vocazioni Déco nella pittura tra Secessione e Novecento
Immediatamente dopo il conflitto mondiale si apre un divario tra quella pittura di derivazione floreale, che mostra evidenti segnali di gusto Déco, e una tendenza di più ampio respiro che approderà a uno stile sempre in bilico tra riferimenti al 400 italiano e una più spinta tendenza a ricerche più moderne che si configurarono in un linguaggio cosiddetto di “ritorno all’ordine”.
SEZIONE II - Scultura: arcaismi, classicismi e “l’artificiosa natura” animalier
Le suggestioni orientali unite al gusto per le fluenze morbide e ritmiche e allo sviluppo delle arti applicate sono fra gli elementi che contribuirono allo sviluppo del particolare gusto per la scultura animalier: ghepardi, tigri, rondini, cervi e scimmiette animano, in sintonia con certa produzione grafica e al pari di damine settecentesche e figure mitologiche, il clima della scultura Déco.
SEZIONE III - Iperbolica Architettura
Alcuni elementi che preludono al Déco affiorano già nel primo dopoguerra negli edifici orientati a un certo purismo, al di là delle teorizzazioni della temperie culturale del “ritorno all’ordine”.
SEZIONE IV- Arti Decorative tra “bell’oggetto” e funzionalità
Ceramiche, vetri incisi, arazzi, stoffe, eleganti oggetti in ferro battuto: sono solo alcuni dei tanti esempi che, nell’ambito delle arti decorative, esprimono pienamente in linguaggi diversi il medesimo spirito raffinato ed elegante, ricco di suggestioni diverse, del gusto Déco.
SEZIONE V - Monza palcoscenico del Déco italiano
Fra il 1923 e il 1930 si svolsero a Monza le Biennali Internazionali delle Arti Decorative. Suddivise in ambito regionale, furono l’occasione per un confronto fra le proposte aggiornate sui più recenti linguaggi e temi Déco e consentirono anche lo sviluppo di nuove soluzioni per gli allestimenti delle grandi mostre.
SEZIONE VI- Parigi 1925
L’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi inaugurata il 28 aprile 1925 – già ideata e progettata fra il 1907 e il 1913, ma rinviata a causa del conflitto bellico – fu il primo importante appuntamento internazionale al quale l’Italia partecipava dopo la fine della prima guerra mondiale. Il grande spazio concesso alle arti decorative fu determinante per la nascita dello stile Déco, che venne infatti anche definito “stile 1925” proprio perché la mostra fu l’occasione per segnare il nuovo indirizzo di gusto che orienterà a partire da questa data tutti gli aspetti della produzione artistica: non solo pittura, scultura e architettura, ma anche la produzione di oggetti in ceramica, i gioielli, le stoffe, gli arazzi, l’abbigliamento, i ferri battuti.
SEZIONE VII - Rigide geometrie e morbidi intrecci: l’arredamento e gli arazzi
La diffusione degli stilemi Déco che interessò non solo le cosiddette arti maggiori, ma anche l’architettura e l’abbigliamento, a partire dal primo dopoguerra si manifestò pienamente anche nel design dell’arredamento. Abbandonate le linee curve e flessuose e il decorativismo esasperato che aveva caratterizzato il Liberty, le nuove forme si distinsero proprio per la geometrica eleganza.
SEZIONE VIII - Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino
Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino, contribuirono, con la loro attività di amatori d’arte, collezionisti e mecenati alla diffusione e allo sviluppo delle istanze aggiornate sul moderno gusto Déco.
SEZIONE IX - I manifesti, la grafica e l’illustrazione
Nel primo dopoguerra l’arte del manifesto raggiunge esiti di incredibile modernità, veicolando messaggi, ma soprattutto inventandoli, tanto da divenire emblemi e al contempo industria di modelli di comportamento contribuendo alle necessità della vita economica. La grafica editoriale fu, come per il Liberty, il veicolo più immediato di diffusione della nuova tendenza, capace di insinuarsi nei più diversi ambiti dell’espressione, divenendo una delle principali recettrici del gusto Déco.
Tutte le informazioni sul sito www.fortedibard.it