07 Giugno 2022
Genova dispiega una volta di più il suo potente fascino con la riapertura al pubblico, dal 7 giugno, di Palazzo Rosso, lo splendido edificio che raccoglie una delle collezioni museali più importanti della città.
Si tratta della seicentesca residenza dei Brignole-Sale, che chiude la maestosa infilata di palazzi affacciati su Via Garibaldi, patrimonio dell’UNESCO dal 2006. Il Palazzo necessitava di importanti interventi di adeguamento, ora effettuati. Le sue sale offrono adesso impianti all’altezza delle nuove necessità tecnologiche delle esposizioni e Palazzo Rosso torna a far parte del percorso museale dei Musei di Strada Nuova, insieme con Palazzo Bianco e Palazzo Tursi.
Dal 2000 il Comune di Genova e la Fondazione Compagnia di San Paolo hanno intrapreso un ambizioso progetto di riqualificazione e valorizzazione di quello che è diventato uno dei più importanti distretti museali del capoluogo ligure, l’antica e spettacolare Strada Nuova, attuale via Garibaldi. La nuova progettazione aveva come finalità il ripristino degli impianti nel rispetto assoluto delle caratteristiche storiche del complesso.
Sono state anche realizzate due importantissime operazioni conservative. La prima è stata il restauro della Sala della Grotta del secondo piano ammezzato con la sua “alcova”, uno straordinario ambiente privato, aperto al pubblico per la prima volta e voluto nel 1705 da Anton Giulio II Brignole Sale, che aveva fatto decorare un piccolo appartamento in un mezzanino che si trova fra primo e secondo piano nobile di Palazzo Rosso. Era uno spazio piuttosto insolito, con ambienti molto più ridotti rispetto ai fastosi saloni dei due piani nobili, e destinato a un uso privato: una prima stanza forse destinata ad accogliere una raccolta di dipinti, una sala da pranzo detta “della Grotta” per la sua decorazione, da cui si accede a una stanza da letto con un’alcova fiancheggiata da un bagno e da una stanza guardaroba; e, in direzione opposta rispetto alla prima sala, un salotto decorato con specchi. Si tratta di uno spazio davvero unico che rivela gli spazi di vita quotidiana degli aristocratici che abitarono il palazzo: un luogo di lusso, raffinatezza e saper vivere che finalmente il pubblico può ammirare.
La seconda operazione conservativa ha riguardato la volta della Sala della Primavera affrescata da Gregorio De Ferrari, un autentico capolavoro della grande decorazione genovese barocca.
Tra i grandi capolavori della collezione di Palazzo Rosso spiccano la tavola di Palma il Vecchio con la Sacra Conversazione, le tele del Guercino – la Cleopatra e il Dio Padre con angioletto – e Guido Reni – il San Sebastiano, la tela con Clorinda libera Olindo e Sofronia dal rogo di Mattia Preti, il Ritratto di Geronima Brignole-Sale con la figlia Aurelia di Anton Van Dyck. Alcuni dei capolavori di Palazzo Rosso sono in prestito alle Scuderie del Quirinale dove rappresentano la città, insieme a tanti altri capolavori genovesi, alla grande mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”.
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