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Sabine Weiss: La poesia dell'istante

Dall'11 marzo alla Casa dei Tre Oci di Venezia la più ampia retrospettiva dedicata alla celebre fotografa franco-svizzera

Appuntamento a Venezia, alla Casa dei Tre Oci (dall’11 marzo al 1 novembre) con la più ampia retrospettiva mai realizzata finora dedicata alla fotografa franco-svizzera Sabine Weiss.

La Weiss è stata tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.

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In mostra oltre 200 fotografie della Weiss, che aveva partecipato attivamente alla costruzione di questo percorso espositivo aprendo i suoi archivi personali per raccontare la sua straordinaria storia e il suo lavoro. La fotografa nel corso della sua lunga carriera si è dedicata al reportage, ai ritratti di artisti, alla moda, agli scatti di strada, ai numerosi viaggi per il mondo.  

Fin dall'inizio Sabine Weiss immortala emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».

Uno dei nuclei principali della rassegna racconta gli anni 50 del Novecento, quando i suoi scatti sono pubblicati su grandi giornali internazionali come “Picture Post”, “Paris Match”, “Vogue”, “Le Ore”, “The New York Times”, “Life”, “Newsweek” e alcune sue foto sono esposte al Museum of Modern Art di New York (MOMA). 

La mostra dedica una sezione ai suoi ritratti di pittori, scultori, attori e musicisti (Robert Rauschenberg, Françoise Sagan, Romy Schneider, Ella Fitzgerald, Simone Signoret, Brigitte Bardot).

Per la prima volta in Italia, in occasione della retrospettiva ai Tre Oci, sono esposte anche molte immagini del servizio del New York Times  "I newyorkesi (e la Washington) di una parigina", che raccontano l’America con un punto di vista francese, dall’umorismo spiccato, E, in tema di viaggi, sono esposti anche i lavori realizzati a partire dagli anni 80 in Portogallo, India, Birmania, Bulgaria ed Egitto.  

Non mancano anche alcuni estratti da film documentari dedicati alla Weiss, come "La Chambre Noire" del 1965; “Sabine Weiss” nel 2005; "Il mio lavoro come fotografa" del 2014. 

Curata da Virginie Chardin, la retrospettiva è promossa dalla Fondazione di Venezia, realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute, prodotta dallo studio Sabine Weiss di Parigi e da Laure Delloye-Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume e del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d'Arles.

Tutte le informazioni sul sito www.treoci.org

 

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