30 Aprile 2019
Il 1 maggio sale al trono del Giappone un nuovo imperatore: Naruhito, che prende il posto dell'anziano padre Akihito.
La notizia ha fatto il giro del mondo, non solo per la sua importanza politica, ma anche per la sua sconvolgente novità: è infatti la prima volta in 200 anni di storia che un imperatore del Giappone decide di abdicare.
Sono molte altre le particolarità che fanno della casa imperiale giapponese un unicum nel mondo. Ecco le principali.
Secondo la tradizione, la famiglia dell'imperatore regna da oltre 2700 anni. Il primo imperatore fu Jimmu, discendente diretto della dea del sole Amaterasu. Ecco perché, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il popolo giapponese riteneva che il sovrano (detto appunto tennō ovvero sovrano celeste) fosse di natura divina e non umana. A dare la terribile notizia ai giapponesi circa la propria umanità fu l'imperatore Hirohito (padre di Akihito). Non lo fece di propria buona volontà: fu infatti costretto dagli americani, vincitori del conflitto, a dare la ferale notizia in radio. Doppio shock: l'imperatore non aveva mai fatto udire la sua voce al popolo.
Che si dia credito alla tradizione oppure no, secondo gli storici la medesima famiglia imperiale ha regnato ininterrottamente, discendente dopo discendente, dal 500 dopo Cristo a oggi. Davvero un numero impressionante di anni.
L'imperatore del Giappone siede sul Trono del Crisantemo (fiore che adorna anche il passaporto nipponico). La leggenda vuole che il crisantemo arrivasse dalla Cina, da un villaggio, circondato da crisantemi, i cui abitanti vivevano oltre cento anni. Il Trono del Crisantemo è da sempre utilizzato nelle cerimonie di incoronazione.
In Giappone il calendario si basa sugli anni di regno dell'imperatore. Quel che in Occidente è il 2016, in Giappone è il 28 anno del regno di Akihito. Inoltre, alla morte di un imperatore, si dà un nome postumo agli anni in cui ha regnato. Così il regno di Hirohito è stato chiamato Showa (Giappone radioso); quello di Akihito Heisei (pace ovunque). Il nuovo regno di Naruhito è per ora battezzato Reiwa (bella armonia).
Il trono giapponese non è al femminile
Il potere imperiale in Giappone è prevalentemente maschile. Anche se storicamente sono esistite almeno ben 8 imperatrici, c'è grande resistenza all'idea che sul Trono del Crisantemo possa salire una donna. A sancire il divieto per le donne di salire al trono sono state Costituzione Meiji del 1889 e la successiva costituzione del 1947, tuttora in vigore. Questa regola era stata messa in crisi dal fatto che il nuovo imperatore, Naruhito, avesse avuto un'unica figlia femmina, Aiko. Era stata perfino convocata una commissione legale, per modificare la legge e permettere ad Aiko di salire al trono, quando la nascita di un bambino, figlio del fratello minore di Naruhito, ha riportato un erede maschio nella famiglia imperiale, bloccando l'iter della nuova legge.
Secondo la legge, gli imperatori potevano sposare soltanto donne nobili, appartenenti alle famiglie del clan Fujiwara o del clan imperiale stesso. A infrangere clamorosamente questo dettame millenario è stato Akihito, che ha sposato nel 1959 una semplice borghese conosciuta sui campi da tennis, Michiko Shoda (diventata così imperatrice Nagako). Va fatto notare che il tennis, dopo questo incontro romantico, registrò in Giappone un vero boom di fan e giocatori.
Anche Naruhito, figlio di Akihito, ha seguito le orme paterne sposando una borghese, Masako Owada, brillante diplomatica, che il matrimonio ha costretto a una vita di reclusione e obbedienza a elaborati riti millenari. La routine di palazzo ha reso assai infelice Masako, messa sotto pressione anche perché incapace di dare un erede maschio a Naruhito e facendone una sorta di principessa triste nipponica, come Lady D era stata per la Gran Bretagna.
Martedì pomeriggio, nella Camera del pino all'interno del Palazzo imperiale di Tokyo, il ciambellano presenta per l'ultima volta all'imperatore Akihito le tre insegne imperiali: la spada, la gemma e lo specchio, simboli di valore, benevolenza e saggezza ereditati dalla dea madre Amaterasu. Poi Akihito abbandona la sala (e il trono).
Sempre nella Camera del pino il 1 maggio Naruhito, in frac, riceve la spada, la gemma e lo specchio. Nessuna donna è ammessa alla cerimonia (ma ci sarà forse Satsuki Katayama, ministro del governo). Poco dopo il nuovo imperatore Naruhito pronuncerà il suo primo discorso. L'incoronazione vera e propria, sul Trono del crisantemo, avverrà il 22 ottobre, alla presenza di circa 2500 invitati, tra cui reali e capi di Stato. Non mancheranno i banchetti, quattro: due seduti e due in piedi. Sarà infine il momento del Diajiosai, grandiosa cerimonia di ringraziamento agli antenati: Naruhito offrirà loro riso e sake. Per questi riti il Governo ha stanziato circa 20 milioni di euro.
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