10 Febbraio 2021
Le bugie hanno una “voce” tutta loro. O almeno così sostengono alcuni studiosi del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica francese e dell’Università Sorbona di Parigi, in collaborazione con un team dell’Università di East London, i primi guidati da Jean-Julien Aucouturier, i secondi da Louise Goupil.
In una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications questi due gruppi di scienziati hanno annunciato di aver identificato le caratteristiche vocali che permettono di riconoscere se una frase pronunciata sia corrispondente o meno al vero.
Se ascoltate un discorso che ha un tono decrescente, più intenso nelle sue parti centrali ed articolato in maniera piuttosto rapida, beh, sappiate che state ascoltando parole a cui potete sostanzialmente credere. La sicurezza al 100% non c’è, ma quei tratti sono una sorta di garanzia di grande affidabilità. Caratteristiche che sarebbero tra l’altro valide per discorsi pronunciati sia in inglese, che in francese e in spagnolo.
Per giungere a questa conclusione gli studiosi hanno programmato uno specifico software che ha analizzato frasi e parole pronunciate da alcuni volontari, a cui è stato chiesto poi in un secondo momento se si trattava di bugie o meno.
Secondo la ricerca quelle caratteristiche del linguaggio sarebbero spontanee e native, ma ancora non è chiaro se è possibile “impararle”: gli stessi team hanno annunciato un nuovo studio in tal senso.
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