Sicuri e spettacolari: i ponti viventi di radici
Diventano sempre più saldi con il tempo, a differenza dei ponti moderni: si trovano nel Meghalaya e, oltre a togliere il fiato, possono suggerirci come costruire strutture più sicure
In tempi di ponti e viadotti che incutono timore, per i disastri cui potrebbero andare incontro, fanno notizia i ponti viventi del Meghalaya, uno stato dell'India nord-orientale.
Nelle zone boscose del luogo gli abitanti si spostano da un fiume all'altro grazie a ponti creati dalle radici degli alberi.
Si tratta di radici speciali: quelle aeree del Ficus elastica, nome scientifico dell'albero della gomma. Sono robustissime, si estendono fino a 50 metri e possono vivere per centinaia di anni. Inoltre, più passa il tempo, più diventano solide e maggiormente si ancorano al terreno.
A costruirli e prendersene cura amorevolmente sono le famiglie del luogo. Il primo passo è piantare un ficus su ogni sponda del fiume o dei burroni sui quali si desidera edificare il ponte. Le radici aeree della pianta appaiono presto e vengono avvolte intorno a una struttura in bambù, indirizzata verso il lato opposto. Non appena lo raggiungono, vengono piantate nel terreno. Via via le altre radici aeree seguono questo cammino, fondendosi con le prime e rendendo il ponte sempre più robusto. Per completare un ponte ci vogliono alcuni anni, ma una volta creati, i ponti possono essere attraversati da 2000 persone al giorno e possono raggiungere una lunghezza di 20 metri.
Il vantaggio dei ponti di radici sta nella loro solidità: i venti e le piogge non li spazzano via, non li fanno arrugginire e non li fanno marcire.
Anche nelle nostre città i ponti di radici potrebbero dimostrarsi utili, per dar vita a strutture aeree per rendere più verdi e ombreggiate le zone urbane.
(Foto Getty Images)