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25 Aprile 2016
Mentre le aziende privilegiano le carriere interne, i dipendenti e collaboratori non vedono l’ora di andarsene. Molto resta da fare per gestire al meglio le rivoluzione che coinvolgerà il settore delle risorse umane nel prossimo futuro. A rivelarlo, in un mercato del lavoro sempre più complesso, è lo studio Global Talent Trend di Mercer, una delle prime realtà del settore, che ha voluto confrontare i punti di vista di datori di lavoro e lavoratori. La ricerca ha coinvolto 1.730 Hr leader e oltre 4.500 dipendenti in tutti i settori industriali, in 17 paesi.
I risultati. Tra i dipendenti è diffusa l’insoddisfazione legata alla mancanza di prospettive di sviluppo, a processi Hr che non colgono le nuove motivazioni dei dipendenti, e a carenze nella leadership. Nove aziende su dieci prevedono un’aumentata concorrenza per acquisire i migliori talenti, e più di un terzo si aspetta che questo aumento sia significativo (35%). Il 70% delle società ha dichiarato l’intenzione di coprire ruoli critici promuovendo candidati già all’interno dell’azienda; ciononostante, un dipendente su tre (28%) ipotizza di andarsene nei prossimi 12 mesi, indipendentemente dal ruolo ricoperto. Può sembrare paradossale, ma questo è vero (26%) anche in mercati a più elevata disoccupazione come quello europeo.
Talenti. In Italia il 76% degli intervistati valuta come “insufficiente o appena sufficiente” la capacità di coaching dei leader, rispetto ad una media globale del 58%, e ad una media europea del 66%. Sempre in Italia, oltre l'80% dei dipendenti giudica che la propria azienda non stia facendo abbastanza rispetto all’aggiornamento delle loro competenze – un dato peggiore della media mondiale del 70%.
Nell’85% dei casi anche le società avvertono la necessità di rivedere i propri programmi e le politiche di gestione dei talenti. In particolar modo in Italia il possesso di una Global Mindset è la richiesta prioritaria fatta dalle aziende ai candidati. E oltre la metà (51%) dei dirigenti delle risorse umane in Italia ritiene che nei prossimi 12 mesi sarà di fondamentale importanza potersi avvalere di una forza lavoro sempre più articolata ed eterogenea.
Di Walter Passerini su www.lastampa.it
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