29 Settembre 2016
Sull'allungarsi o “strecciare” come si dice comunemente, c'è un po' di confusione. Per esempio: cosa è meglio fare prima dell’allenamento? Scaldarsi con la bike o passare subito allo stretching? La soluzione dipende dalle contingenze: sbagliato fare stretching duro, all’aperto, in inverno, a zero gradi. Ma altrettanto grave è, dopo il running, saltare in auto e correre a casa senza allungarsi per almeno cinque minuti. Questi esempi rappresentano gli estremi e in mezzo ci sta tutto.
Approvato perciò lo stretching leggero tra una serie e l’altra, ma in modalità 'soft', così da incidere su battito cardiaco e concentrazione che non devono mai abbassarsi troppo: non potremmo prepararci a un esercizio impegnativo se il battito sarà tornato a zero e se la temperatura 'muscolare' sarà bassa. A questo riguardo, in effetti, c'è differenza nello stretching se si à alle prime armi o siamo atleti avanzati: paradossalmente è l'atleta professionista ad aver più bisogno di stretching. Se per un atleta alle prime armi stretching e riscaldamento richiedono qualche minuto, per un atleta avanzato occorrerebbe mezz’ora. Trattasi in buona sostanza del 50% del workout-time di una persona normale. Il classico paragone con l'utilitaria o la fuoriserie regge: guidando una Ferrari avremo bisogno di più tempo per scaldarla. Per sintetizzare quindi, bene un po' di stretching a inizio allenamento, un po' durante e molto alle fine.
Roberto Romano
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