13 Aprile 2022
E' stata una fugace apparizione quella, pur attesissima, di Novak Djokovic al Rolex Masters 1000 di Monte Carlo, un ritorno in campo che decisamente non si aspettava: sconfitto nel secondo turno dallo spagnolo Alejandro Davidovich (n.46 Atp), in poco meno di tre ore di gioco in quella che è stata la sua quarta partita nel circuito nel 2022, dopo le tre all'ATP 500 di Dubai a febbraio.
Il numero 1 al mondo ha pagato a caro prezzo il suo periodo di assenza dai campi di gioco. A causa delle sue note posizioni contro il vaccino ha potuto giocare soltanto a febbraio all'Atp 500 di Dubai dove è stato eliminato nei quarti di finale da Vesely. Al termine del match a Monte Carlo il tennista trentaquattrenne serbo non ha nascosto la bruciante amarezza: "certo che sono deluso, a nessuno piace perdere. Siamo atleti professionisti, questo è ciò che facciamo. Andiamo in campo per gareggiare e provare a vincere l'uno contro l'altro". E trova una spiegazione: "Non mi piaceva il modo in cui mi sentivo fisicamente nel terzo set. Non potevo davvero stare nello scambio con Alejandro. Voglio dire, se non reggi gli scambi, senza sentire le gambe sulla terra battuta, è una missione impossibile. Una sensazione che non mi è piaciuta. Ne parlerò con la mia squadra, per trovare le cause, analizzeremo quanto successo e, spero che le cose vadano meglio la prossima settimana a Belgrado".
Djokovic esclude di essere stato condizionato dal pubblico, che qualche cronista ha notato fosse ostile. Niente di vero per il serbo, anzi: "non sentivo che mi fossero contro. In realtà, è stato molto gentile e l'accoglienza è stata buona. Ha tifato entrambi i giocatori e lo ringrazio di esser rimasto tre ore. Del resto", aggiunge, "ho affrontato ambienti molto più ostili nella mia vita, nella mia carriera, e, non era questo il caso".
Oltre il fisico c’è la testa, e forse la débâcle di Djokovic si può spiegare anche per una mancanza di tranquillità mentale dovuta alle continue polemiche di questi mesi. Ma anche per questo ha la risposta pronta: "Parlavo con me stesso? Non sarà la prima e non sarà l'ultima volta che lo faccio. E' normale in una partita, quando ti senti frustrato. In questo tipo di condizioni e circostanze, devi lavorare due volte di più di quanto faresti normalmente.
Hai reazioni diverse, ma, in termini di comportamento, penso di avere fatto bene". Quindi, nei prossimi giorni ha un solo obiettivo: "Devo cercare di essere ottimista e costruire il mio tennis fino al Roland Garros, per raggiungere il picco".
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