09 Maggio 2018
Il 9 maggio del 1950 Robert Schuman presentò il piano di cooperazione economica, la “Dichiarazione Schuman”, un’idea che voleva unire i Paesi del Vecchio Continente per renderli più forti, per lanciare un segnale di speranza, pace e rinascita dopo il terribile periodo della Seconda Guerra Mondiale. Come si legge nella dichiarazione la sua era una proposta che aveva come obiettivo «l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania». Per farlo si voleva unire la «produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune alta autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale potessero aderire gli altri paesi europei». Poi arrivò la Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio).
Si trattò del primo passo verso quella che oggi conosciamo come l’Unione Europea: un percorso lungo e tortuoso che però è riuscito a dare i propri frutti. Proprio per festeggiare quella data è stata istituita la festa dell’Europa, o il giorno europeo, un giorno per ricordare la Dichiarazione Schuman.
I primi Paesi che decisero di entrare nella Ceca, oltre a Francia e Germania occidentale, furono l’Italia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e il Belgio. Oggi l’UE conta 28 stati sovrani e 500 milioni di cittadini e nel tempo sono state tante le riforme europee per promuovere diritti, risorse e valori: la moneta unica, l’euro, è solo uno degli esempi, senza dimenticare gli accordi di Schengen che hanno di fatto abolito le frontiere tra gli Stati membri.
Tanta strada ancora c’è da fare, soprattutto per fronteggiare problemi molto importanti come la disoccupazione, i cambiamenti climatici, l’accoglienza dei migranti e la parità di dignità e diritti per tutti. Per quanto a volte sia bistrattata l’Europa, oltre che un continente, è un modo di pensare che affonda le radici sin dalla prima metà del XX secolo e che è stata fondata su valori insostituibili come l’uguaglianza, la libertà, la dignità e la solidarietà.
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