02 Luglio 2022
Lorenzo Jovanotti ha partecipato a un dialogo on line, aperto a ben 5000 ragazzi ("Jovanotti dialoga con voi”, organizzato all’interno dell’evento Orientamenti Summer a cura di Regione Liguria), rispondendo a tante domande sul suo rapporto con la musica.
Durante la chiacchierata, l'artista ha affermato che: “La musica deve essere una sorta di ossessione, qualche cosa di cui non si può fare a meno. Una vocazione. Una passione totalizzante. Mai sentirsi arrivati, ma sempre in viaggio. Non lo si dovrebbe fare per avere successo o visibilità: lo si fa perché non si può farne a meno".
Jovanotti ha anche parlato di tutta la sua ammirazione per Fabrizio De André. “Lo conobbi a Sanremo tanti anni fa, aveva accompagnato Dori Ghezzi, ci eravamo dati un abbraccio fortissimo. Nel tributo al Carlo Felice scelsi di interpretare ‘La cattiva strada’. Fra i protagonisti della canzone c’è un pilota: in quelle parole, oggi, mi sembra di sentire la presenza di mio fratello Umberto, che era istruttore di volo e che è morto in un incidente aereo. Fu lui a farmi conoscere i dischi di Faber”.
Il fratello di Jovanotti scomparve nel 2007, a 45 anni). Jovanotti ha continuato. "Ho capito che la musica sarebbe stata il mio lavoro quando sono entrato in una radio privata. Mio fratello aveva un amico che lavorava in una piccola radio, un giorno mi portò lì, avevo 14-15 anni e rimasi folgorato. Ho chiesto, visto che era estate, se potevo andare lì come volontario, a fare qualsiasi cosa, anche a pulire per terra: volevo imparare. Un giorno lo speaker andò al mare e mi chiese di pensare io al programma del pomeriggio. Io mi buttai, ero terrorizzato, ma andò benissimo. Lì cominciai a pensare che potesse essere il mio mestiere. E così la musica è diventata un’ossessione per me. Non ho mai pensato ai soldi: all'inizio spendevo tutto quello che guadagnavo in dischi, vivevo alla giornata. Poi ho anche guadagnato, ho speso, ho investito nel mio lavoro sempre di più".
(Foto Getty Images)
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