27 Maggio 2021
Mika ha pubblicato una serie di foto davvero toccanti sulla sua pagina Instagram. Scatti in bianco e nero, in cui l'artista sorride sereno, mentre la sua bellissima nipotina lo abbraccia. Un segno di quanto per Mika la sua famiglia sia importante.
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E della sua famiglia Mika aveva parlato anche nell'album "My Name is Michael Holbrook", vero racconto delle proprie radici. L'artista si era anche confidato in una lunga intervista apparsa sul magazine Vanity Fair.
Aveva parlato del padre: «Avevo sette anni. Mio padre, consulente finanziario, era stato preso in ostaggio in Kuwait nell’ambasciata americana. È tornato sette mesi dopo, completamente cambiato. Prima era papà, poi era Mike: non riuscivamo più a chiamarlo papà, quell’uomo magro con la barba, che aveva vissuto cose fortissime, noi figli non lo riconoscevamo più». Arrivò «un tracollo economico, abbiamo perso la casa, con i creditori che venivano a pignorarci i mobili. Così ci siamo trasferiti a Londra dove abbiamo vissuto in un bed and breakfast per due anni. Dovevamo ricostruire la nostra vita da zero. È in quel momento che tutti i miei problemi esplodono, su tutti la dislessia, e poi l’insegnante violenta e l’espulsione da scuola».
E a questo punto Mika aveva ricordato la madre, Joannie: «Mia madre viene da me e mi dice: ok, adesso tu vai a lavorare; o sarai un fallimento totale o un grande successo; se fallisci, uno come te non può che finire in prigione. Non so perché lo diceva, oggi può sembrare una frase buffa, ma è stata l’ossessione della mia vita. Lo spauracchio del fallimento ha cominciato a perseguitarmi da quando ero bambino. Mia madre mi mette sotto con il canto: quattro ore di esercizio al giorno. Non voleva la popstar: per me voleva il successo, che per lei significa coltivare un talento creativo, trovare soddisfazione nell’espressione artistica, che è come un superpotere che nessuno può toglierti e che ti dà la vera libertà. Ma la mia nuova vita di allenamento costante mi ha allontanato ancora di più da mio padre. Perché a quel punto ero diventato un progetto: il progetto di mia madre».
L'impegno è grande, totale: «perché sapevo che era quello il mio futuro. Mia mamma aveva riconosciuto il talento in me». Ma la responsabilità è stata pesante: «Mia madre accettava lavori in tutta Europa, anche quando non ci venivano pagati il viaggio e l’albergo. E così io, lei e le mie sorelle Jasmine e Paloma ci trovavamo a dormire nella nostra vecchia Toyota Previa, fuori dal teatro in cui avrei dovuto esibirmi. Il progetto Mika è stato uno sforzo collettivo, di tutta la famiglia. Una pressione fortissima, che sento ancora oggi, ogni giorno della mia vita».
La madre purtroppo è morta dopo il concerto di Mika concerto all’Opéra di Versailles: «Tutta la mia famiglia»,ha ricordato l'artista «era presente a quel concerto, anche mia madre, che era lì su una sedia a rotelle. In un certo senso, stavo facendo quel concerto per lei. Se ne è andata poco dopo, sicuramente orgogliosa di quello che sono diventato».
Mika ha anche 3 sorelle Yasmine, Paloma, Zuleika e un fratello, Fortunè.
(foto Getty Images)
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