01 Dicembre 2020
Jon Bon Jovi è oggi una vera celebrità. Musicista affermato, attore, personaggio impegnato nel sociale (sostiene da sempre i bisognosi e i disoccupati), è davvero una star a tutto tondo.
Eppure, l'artista non ha mai dimenticato i suoi inizi, faticosi come quelli che quasi sempre portano al successo. Ne ha parlato anche in un'intervista per il magazine The Big Issue. E ha ricordato il ruolo fondamentale avuto dai suoi genitori proprio agli inizi della carriera.
Il padre e la madre di John Francis Bongiovi Jr (questo infatti è il vero nome del musicista) avevano compreso che quella grande passione per la musica di loro figlio era autentica. E così gli permettevano di andare a suonare nei locali fino a tarda notte, nonostante John avesse appena 17 anni.
«Quando avevo solo 17 anni», ha raccontato John Bon Jovi «mi lasciavano uscire per suonare nei bar fino all'orario di chiusura e mi dicevano sempre "Be', almeno sapevamo dov'eri"... Potevo tornare a casa all'una o alle due del mattino, ma dovevo essere a scuola entro le otto. Loro però mi ricordavano di continuo: "Presentati in tempo per la scuola, sai che è una tua responsabilità... ma insegui il tuo sogno".»
Genitori affettuosi, quelli del musicista. Che non si scoraggiarono neanche quando andarono a vedere il figlio esibirsi per la prima volta, durante uno show purtroppo imbarazzante: «Quando i miei genitori vennero a vedermi suonare per la prima volta fui davvero terribile tanto che loro avrebbero voluto strisciare sotto le loro sedie per l'imbarazzo», ha rivelato il musicista. «Ma videro la mia passione e il mio impegno».
Il figlio avrebbe mostrato che non avevano torto: «Quando avevo 20 anni ho scritto "Runaway", che era mandata in onda in radio e a 21 anni avevo un contratto discografico», ha ricordato Jon. Che ha parlato anche del grande insegnamento, davvero prezioso, donatogli dai suoi genitori: «Quello che ho avuto dai miei genitori è stata la capacità di trasformare il sogno in realtà. Anche se non fossi stato bravo nel mio mestiere, se avessi creduto di esserlo, avrei potuto lavorarci sopra. Invecchiando ho capito che dai miei ho ricevuto un grande regalo. Loro credevano davvero nel mantra di John Kennedy dell'andare sulla luna. 'Sì, certo che puoi andare sulla luna. Vacci e basta, Johnny". E ci sono andato».
Non tutto è stato facile, naturalmente, nella vita dell'artista: «Avrei voluto che tutto fosse bello, ma forse se fosse stato tutto bello non avrei avuto questa saggezza e questa profonda gratitudine per quello e per cosa sono oggi», ha affermato, con grande filosofia. Forse, rimane a Jon un unico rimpianto: «L'errore più grande che ho fatto nella mia vita è stato quello di non avere avuto abbastanza tempo per fermarmi, guardarmi intorno e godermela. Ero sempre concentrato sul passo successivo, poi su quello dopo e su quello successivo ancora, questo mi è costato un sacco di bei ricordi.. L'unica cosa che direi al mio io giovane è: Divertiti di più, rilassati. Avrai alti e bassi, ma abbi fede».
(Foto Getty Images)
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