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Ecologica e da sogno: ecco la casa mozzafiato di una famiglia in Nuova Zelanda

Immersa nella natura e all'insegna della totale indipendenza energetica: è la casa Earthship, un sogno realizzato in Nuova Zelanda

Continua la nostra collaborazione con il portale internazionale di design Houzz, per mostrarvi case da sogno in Italia e all'estero, a cui ispirarvi per arredare il vostro appartamento, e per conoscere accorgimenti e consigli pratici per rendere sempre più bella e confortevole la vostra abitazione.

Meta di questa settimana è la Nuova Zelanda, dove una coppia, Gus Anning e Sarah Rowe, ha realizzato il sogno di una casa immersa nella natura e completamente indipendente dal punto di vista energetico.

Di Catherine Smith per Houzz

Architetto: Harriet Pilkington di Young and Richards

L’edificio è stato ribattezzato Te Timatanga, ovvero “inizio” in maori, una delle lingue ufficiali della Nuova Zelanda, e la sua storia è stata protagonista anche della trasmissione televisiva Grand Designs. Tutto è nato quando la coppia ha ricevuto un appezzamento di terreno dai genitori di Sarah situato in una vallata alle pendici orientali delle montagne di Coromandel. Hanno così deciso di impegnarsi a costruire una casa secondo i principi dell’architettura sostenibile. Il momento culminante dei loro tre anni di ricerca è stata la visione del film The Garbage Warrior di Mike Reynolds, l’inventore statunitense della filosofia costruttiva della casa Earthship. Questo tipo di edificio, dotato di sistemi solari passivi, utilizza materiali naturali e riciclati per creare una massa termica che stabilizza la temperatura, oltre che fonti di energia rinnovabile e impianti di recupero dell’acqua.

Gus e Sarah in seguito sono andati anche a Ngaruawahia, per visitare un prototipo di abitazione di questo genere, Casa Gubb. E così, a poco a poco, i due si sono resi conto della grande mole di lavoro che è necessaria per edificare una costruzione moderna nel rispetto dei principi di edilizia più attuali. Anche se il loro sito era perfetto, i due hanno presto capito che il clima piovoso di Coromandel presentava qualche difficoltà in più rispetto all’ambiente desertico nel quale solitamente sono edificate le case Earthship. Ma non si sono lasciati demoralizzare – tra l’altro in passato Gus aveva vinto un premio di architettura – e hanno cominciato con entusiasmo a gettare su un foglio le prime idee, per poi chiamare la vecchia compagna di scuola Harriet Pilkington per mettere a punto i disegni e chiedere i permessi necessari.

Il primo principio alla base dell’idea di Earthship lo troviamo da subito applicato in ingresso. Con la sua parete inclinata a 70° (l’angolo è stato calcolato in base alla latitudine del luogo) l’ambiente è colpito dai raggi solari che entrano da questo lato della facciata dell’edificio. Le camere da letto e i bagni sono allineati lungo il corridoio dietro l’atrio. L’insieme delle finestre apribili al di sopra delle porte delle camere da letto, dei tubi di aerazione posti sottoterra dietro le camere e delle finestre Velux sistemate lungo tutto l’ingresso permette di far circolare l’aria fresca tra le stanze durante l’estate e il calore accumulato con i raggi solari durante l’inverno. Le aiuole che seguono le curve della planimetria sono sufficienti con le loro piante a garantire la privacy e, allo stesso tempo, attirano piacevolmente lo sguardo.

La coppia ha dato vita a un vero e proprio laboratorio a cielo aperto di filosofia Earthship, in modo da condividere l’esperienza con altre persone, finire i lavori nel giro di pochi mesi e contenere i costi. Nell’estate del 2015, nel cantiere sono state formate decine di apprendisti paganti, che hanno impilato circa 1100 pneumatici, li hanno riempiti di terriccio raccolto nel posto e li hanno intonacati in modo da erigere la muratura. Sarah lavorava part-time e intanto si occupava di preparare i pasti per coloro che erano impegnati sul cantiere al suo fianco. Gus, intanto, si occupava dei materiali e delle finiture.

Il lato sud della casa è scavato in un terrapieno, ed è stato edificato con vari strati di membrana impermeabile, che sono stati accuratamente inseriti tra il terreno e gli pneumatici in modo che non ci possano essere infiltrazioni di umidità. Per le pareti interne, sono stati utilizzati mattoni in fango di seconda mano, avanzati dalla costruzione della casa di un amico di famiglia. Niente è rimasto inutilizzato: perfino i pezzi rotti sono stati salvati e mescolati in un intonaco usato poi per ricoprire le pareti.

Sarah e gli amici sono andati a caccia di bottiglie per decorare le pareti, selezionando e tagliando con cura il vetro così da creare delle discrete zone di colore che vivacizzano le pareti attorno all’ingresso e al bagno della camera da letto matrimoniale.

Il bagno principale, ritratto in questa foto, si apre su un giardino lussureggiante attraverso una parete molto particolare con tanto di porta esagonale costruita ad hoc e grande vetrata. Le finiture delle pareti sono state realizzate con la tecnica decorativa del tadelakt, tipica del Marocco e del Nord Africa. Questo particolare tipo di calce, di antica tradizione, ha una grande resistenza all’acqua, che la rende perfetta per gli esterni e le zone umide del bagno.

Le camere dei bambini, che hanno dimensioni tali da poter ospitare una scrivania e uno spazio giochi, sono molto luminose grazie alle grandi vetrate dell’atrio. Gus e Sarah spiegano che non hanno ancora finito di lavorare al loro sogno di sostenibilità. Il loro prossimo progetto è coprire il pavimento in cemento. Per motivi di budget e con l’inverno che arrivava, all’epoca della costruzione i due non hanno usato alcun rivestimento, preferendo la terra cruda. Nonostante la grande efficienza energetica della costruzione, i padroni di casa desideravano darle un’atmosfera calda e confortevole: tutti i membri della famiglia, così come chiunque venga in visita, sono entusiasti del senso di grande intimità trasmesso.

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