Per gioco e videogioco
18 Novembre 2015
Play Station 4
Dopo tutto quello che si è scritto sull'eventuale possibilità che i terroristi usino una console per videogiochi per comunicare fra loro (leggi articolo) era presumibile che Sony pubblicasse un comunicato ufficiale.
Intanto mi permetto di dire che il ministro degli interni belga secondo me ha citato "Play Station 4" solo per identificare un nome, il più famoso, di console per videogiochi, perché la stessa possibilità di comunicare viene offerta anche da altri sistemi, come per esempio Xbox (sia One sia 360) di Microsoft.
In generale quindi ritengo che Jambon abbia semplicemente voluto dire che quello di comunicare attraverso le console per videogiochi possa essere un canale possibile, indipendentemente dalla "marca". Ovvio che Sony non ha nulla a che fare con l'utilizzo che viene fatto delle sue console. Come nessun produttore di telefoni è responsabile delle conversazioni che vengono fatte utilizzando i propri prodotti.
Il commento ufficiale di Sony in merito a questa vicenda recita: "PlayStation 4 consente la comunicazione tra amici e altri giocatori e, in comune con tutti i dispositivi moderni, ha il potenziale per poter essere abusata. Tuttavia prendiamo molto seriamente le nostre responsabilità per proteggere i nostri utenti, e invitiamo i nostri utenti o partner a segnalare le attività che possono risultare sospette, offensive o illegali. Quando identifichiamo o ci vengono segnalate attività simili, prendiamo sempre misure appropriate in collaborazione con le autorità competenti e continueremo a farlo".
Dal mio punto di vista non era proprio necessario scrivere alcunché, anche perché è vero che chiunque può segnalare il comportamento sospetto di qualche utente, ma è anche vero che le conversazioni private restano tali e quindi non sarebbe possibile per i videogiocatori ascoltarle ed è logico pensare che eventuali accordi fra terroristi non sarebbero certo disponibili nelle aree pubbliche di conversazione.
Il messaggio però rivela l'ipotesi che già facevo, ossia che, nell'immediato futuro, le nostre conversazioni da videogiocatori all'interno delle partite potranno essere monitorate. Saremo sicuramente liberi di parlare dunque... ma qualcuno sarà anche libero di ascoltare. A nostra insaputa.
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