Italiani ignoranti: ultimi in italiano e penultimi in matematica

"Non apriamo più il dizionario, la pigrizia non stimola più a fare sforzi per arricchire il lessico.” La denuncia arriva da Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca.

27 Settembre 2017

Italiani ignoranti: ultimi in italiano e penultimi in matematica

Questione di pigrizia ed anche di superbia. Gli italiani, nella classifica europea della cultura, si piazzano in fondo: al penultimo posto per la conoscenza della matematica elementare e addirittura all’ultimo nella comprensione di un testo scritto in italiano. Eccole “le malattie” dei nostri connazionali. Così le definisce uno che quando parla di lingua italiana sa quel che dice, il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini. "La lingua sta bene, gli italiani un po' meno – racconta in un’intervista - Per capire le malattie degli italiani basta consultare un recente rapporto OCSE, che ha analizzato la capacità di comprendere un testo scritto e far di conto di un campione di persone tra i 16 e i 65 anni, in 24 Paesi: gli italiani si sono classificati ultimi, penultimi in matematica. Questo è uno specchio allarmante della nostra società".

Colpa della cattiva istruzione, verrebbe da pensare. Eppure il presidente della prestigiosa Accademia fa riferimento ad altro. Il problema risiederebbe nella noncuranza degli italiani: "Molta ignoranza di oggi è figlia della superbia spiega -  non ci poniamo più nemmeno il problema di parlare correttamente, non apriamo più il dizionario, la pigrizia non stimola più a fare sforzi per arricchire il lessico.”

Un problema questo che riguarda anche i piani alti della società e le persone scolarizzate: “Spesso senti pronunciare discorsi senza capo né coda, magari dai banchi del Parlamento, e nessuno si scandalizza. Mentre la lingua dovrebbe essere una sorvegliata speciale. Oggi il 20% degli italiani non va oltre l'italiano di base, notiamo una regressione anche nelle persone scolarizzate".

E se c’è stato chi, parlando di questo deficit culturale, ha dato gran parte della colpa ai social network e alla tecnologia, Marazzini invece non si dimostra dello stesso avviso.  "La tecnologia ci può anche aiutare: i correttori automatici a volte scrivono quello che vogliono, ma ci evitano anche strafalcioni grossolani”. Quel che invece fa preoccupare il presidente è la tendenza ad utilizzare l’inglese e non solo nel linguaggio comune parlato ma anche in quello ufficiale: “Mi preoccupo quando incontro termini che stanno entrando nella nostra normativa, da bail-in a voluntary disclosure, a stepchild adoption, parola ingannevole perché figliastro in italiano non si dice più”. La condanna quindi è rivolta all’esterofilia che ci fa sentire sempre di gran moda ed invece “ci rende banali, proprio il contrario di quel che noi italiani siamo".

Un tema, questo, già affrontato in passato da Claudio Marazzini. “Se procediamo di questo passo - aveva raccontato in un’intervista precedente - nel 2300 l’italiano sarà sparito. Al suo posto si parlerà solo l’inglese”.

Webradio

Radio Monte Carlo sempre con te

Disponibile su