08 Settembre 2017
Più anni di istruzione mantengono un buon livello cognitivo, più a lungo. Questo l’esito di una ricerca effettuata da un team di studiosi della University of California di Berkeley. Prima di ora la ricerca non è riuscita a trarre delle conclusioni su quali siano gli impatti cognitivi dell’istruzione né su come le abilità cognitive acquisite si possano mantenere nel tempo. Lo studio californiano, invece, pubblicato sulla rivista Plos One, fa un passo in avanti. I ricercatori hanno preso in esame un campione di 196 mila individui di età compresa tra 15 e 16 anni, iscritti ai giochi online di Lumosity.
Ciò che è emerso è che ogni anno di studio migliora il funzionamento del cervello. “Abbiamo trovato che un livello più alto di istruzione - spiega Silvia Bunge, docente di psicologia dello sviluppo a Berkeley - è associato a migliori performance cognitive lungo tutto il corso della vita, e questo vale più per funzioni elevate, come il ragionamento verbale e aritmetico, che per abilità 'meccaniche', come la velocità di elaborazione delle informazioni. Anche nei sessantenni l’istruzione di 40 anni prima ha lasciato una traccia: un cervello che si difende meglio e più a lungo dal normale declino cognitivo legato all’età”.
Insomma studiare di più sarebbe un beneficio per le capacità cognitive anche a lungo termine. Una ulteriore verifica è stata poi effettuata con un secondo test cui sono stati sottoposti 70 mila soggetti del campione iniziale: “abbiamo riscontrato che la maggiore istruzione è associata a una lieve superiorità nell’apprendere compiti nuovi, come quelli dei test online. E più alto è il livello di istruzione, maggiore è il miglioramento tra il primo e il secondo test, anche se il punteggio di partenza è già più alto.”
Risultati significativi che secondo la dottoressa sono sintomatici del fatto che “un adulto che si rimette a studiare con dedizione, anche se per un breve periodo di tempo, può ancora cambiare il proprio cervello”. Questo perché il cervello si adatta per rispondere alle sfide. È quella che viene chiamata "plasticità cerebrale dipendente dall'esperienza".
In definitiva, la scuola sarebbe fondamentale non solo per il trasferimento di nozioni ma anche per evitare il declino cognitivo. A scuola, infatti, “siamo immersi in un ambiente strutturato nel quale dobbiamo rispondere in modo flessibile a richieste diverse, tenere notevoli quantità di informazioni e affrontare di continuo problemi nuovi. Abbandonati gli studi, a meno di non scegliere professioni come lo scienziato, il cervello non sarà più messo così alla prova" aggiunge l'esperta.
Lo sforzo fatto durante gli anni scolastici può essere considerato “cumulativo” , per cui le capacità cognitive durano le tempo.
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